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La settimana con Celje (14-20.04)

Started by Chiesa, 14/04/25, 18:08

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Chiesa

Pagelle VN: la risolvono Mandragora e Kean. Ma in tanti deludono

Fiorentina-Celje finisce 2-2: i viola volano in semifinale di Conference, ma soffrono troppo. Male Gud e non solo

TOP e FLOP

MANDRAGORA 7,5: Prima ci prova di testa, ma colpisce il portiere. Poi nell'occasione giusta, fredda Silva e infila il settimo gol stagionale. Ormai è un vizio. Non contento, aggiunge anche l'assist, bello, per il gol di Kean.

GUDMUNDSSON 5: Nel primo tempo si vede poco. Nel secondo praticamente mai. Prestazione incomprensibile.

Simone Bargellini
- AMORE MIO - LA LUCE DEL MATTINO

Chiesa

Pagelle VN: la risolvono Mandragora e Kean. Ma in tanti deludono

LE ALTRE PAGELLE

DE GEA 6,5: Anche stasera servono i suoi guantoni per evitare guai, la parata su Svetlin sullo 0-0 è determinante. Al 40' si mette i pugni sul tiro scivoloso dalla distanza di Kvesic. Incolpevole sulle due reti slovene.

PONGRACIC 6,5: Fino al 2-2 era tra i migliori della Fiorentina. Dominante in fase difensiva e trequartista aggiunto, prima smarca Kean davanti al portiere, poi offre l'assist filtrante a Mandragora per l'1-0. La dormita su Nemanic, che stacca indisturbato, poteva però costare cara (e gli costa mezzo voto).

COMUZZO 5,5: Se c'è da stringere sull'uomo sbaglia di rado. Ma nel dirigere la linea fa, ancora, un po' di fatica.

RANIERI 5,5: Dopo l'andata, prova ancora a trasformarsi in bomber, ma stavolta - sul colpo di testa alla mezzora - il portiere respinge. Fuori posizione sul primo gol del Celje, lascia un buco nella difesa viola. Prova a rifarsi con un altro regalo del portiere, ma l'offside di partenza vanifica tutto.

FOLORUNSHO 5,5: Grintoso nei contrasti, lotta con caparbietà. Ma di qualità ne mette poca.

CATALDI 5,5: Si spegne troppo presto e non riesce ad essere il consueto riferimento per i compagni.

FAGIOLI 5,5: Inizia maluccio, poi un bel colpo di tacco a liberare Gud in area e qualche altra giocata di qualità. Ma non entra mai completamente nel vivo del match, limitandosi a qualche ricamo marginale. Troppo poco.

PARISI 5: Intraprendente nel primo tempo. Al quarto d'ora affonda fin dentro l'area, poi va a calciare col piede debole e manda alto. Prova a guadagnarsi un rigore ma è (ancora una volta) troppo plateale nel tuffo. Nella ripresa va in sofferenza e si fa bruciare da Matko sul gol dell'1-1.

KEAN 7,5: Inizia con una giocata extra lusso a centrocampo, prendendosi gioco di Nemanic. Poi un colpo di testa velenoso e un diagonale che impegna Silva. Immarcabile nei duelli in campo aperto, sembra aspettare solo l'occasione giusta per colpire: e al 69' arriva, gol bello e pesante per scacciare i fantasmi.

sub. RICHARDSON sv

sub. GOSENS sv

sub. BELTRAN sv

sub. ADLI sv

Simone Bargellini
- AMORE MIO - LA LUCE DEL MATTINO

Chiesa

Pagelle VN: la risolvono Mandragora e Kean. Ma in tanti deludono

L'ALLENATORE

PALLADINO 5,5: La qualificazione era ovviamente la cosa più importante. Ma soffrire così tanto contro un avversario tanto modesto, avendo in campo tutti i titolari, non può rallegrare più di tanto. La Fiorentina contro le piccole diventa piccola, ormai è una costante. Ed è un limite pesante.

Simone Bargellini
- AMORE MIO - LA LUCE DEL MATTINO

Chiesa

Il Betis, ultima opera dell'Ingegner Pellegrini: Isco, Antony ed il "nuovo" Joaquin

Scopriamo insieme il Real Betis, avversario della Fiorentina in semifinale di Conference. L'ingegnere ed il mago spaventano la viola

Si va a Siviglia

Sarà Fiorentina-Real Betis la semifinale di Conference League che attende i viola. Un avversario, a differenza di altre volte in questi anni, di grido, con un pronostico che vede le squadre in equilibrio. Il confronto con gli andalusi sarà caliente per Raffaele Palladino, e molto stimolante, soprattutto per chi avrà davanti, ovvero Manuel Pellegrini. Il Betis con il cileno in panchina è tornato a competere, dopo alcune stagioni deludenti. Per i tifosi viola il nome che però viene subito in mente è quello di Joaquin, ma ci arriveremo. Andiamo a scoprire assieme il Betis, aspetto dopo aspetto.

Niccolò Meoni
- AMORE MIO - LA LUCE DEL MATTINO

Chiesa

Il Betis, ultima opera dell'Ingegner Pellegrini: Isco, Antony ed il "nuovo" Joaquin

Il Betis

Innanzitutto partiamo con le basi, perché "Betis"? Betis è il nome latino del fiume che attraversa la splendida Siviglia, ovvero il Guadalquivir. Nella loro storia i biancoverdi hanno conquistato un titolo di Spagna e per 3 volte la Copa Del Rey. La grande rivalità ovviamente è quella cittadina con il Siviglia, il "Gran Derby", forse la stracittadina più sentita di Spagna. La città si ferma letteralmente per una settimana, anche se dal 2000 in poi i successi continentali dei rivali, soprattutto con Unai Emery in panchina, hanno un po' oscurato il Betis oltre i confini iberici. D'altronde, prima dell'arrivo di Manuel Pellegrini, la squadra aveva faticato ad imporsi e rimanere costantemente tra le prime 7. Non a caso, dagli anni 80 in poi, non sono state poche le annate disputate in Segunda (la serie b) dal Betis. Il club balzò agli onori della cronaca quando nel 1998 completò un clamoroso affare sul mercato, acquistando il talentuoso Denilson dopo il Mondiale di Francia 98 per 21,5 milioni di dollari, all'epoca l'acquisto più caro della storia del calcio. Andò male, ed il giocatore non si espresse mai al massimo delle sue potenzialità. L'unico acuto del Betis in quegli anni risale al 2005, quando gli andalusi vinsero la seconda Copa Del Rey. Le partite interne vengono giocate al Benito Villamarin, stadio inaugurato nel 1929, ma ristrutturato per i Mondiali del 1982 e nel 2000. La capienza è di 60mila posti, ed è intitolato al presidente della squadra negli anni 50 e 60. Il popolo betico è uno dei più appassionati della Spagna, e la Fiorentina dovrà lottare in un vero e proprio inferno verde.

Niccolò Meoni
- AMORE MIO - LA LUCE DEL MATTINO

Chiesa

Il Betis, ultima opera dell'Ingegner Pellegrini: Isco, Antony ed il "nuovo" Joaquin

Percorso e rosa

Il Betis quest'anno ha avuto un cammino altalenante, ma è arrivato alla fase decisiva della stagione nella migliore condizione possibile. La squadra ha faticato fino a gennaio, tanto che è dovuta passare per i play-off per accedere alle fasi finali della Conference. Tutto fino al mercato, quando la dirigenza ha messo a disposizione di Pellegrini due nuovi arrivi, Cucho Hernandez ed Antony. Il primo è arrivato da Columbus (MLS) per 13 milioni, mentre è il brasiliano che ha cambiato davvero la squadra. Antony, per chi non se lo ricordasse, è stato pagato 100 milioni dal Manchester United nel 2022. L'ala non si è mai ambientata a Manchester, soffrendo tantissimo la pressione e non riuscendo a ritrovare quell'allegria avuta in Olanda, nonostante la presenza in panchina di Ten Hag, già suo allenatore ad Amsterdam. L'aria inglese di era fatta irrespirabile per lui, diventando un meme vero e proprio. A gennaio si è trasferito in prestito proprio al Betis, e la vita è cambiata. I dati parlano di 4 gol e 4 assist, ma è l'impatto che ha avuto sul mondo andaluso ad essere decisivo, tanto che Isco scherzando ha proposto una raccolta fondi per tenerlo. Il Betis ora è sesto in Liga, e spera che il quinto posto valga la zona Champions per provare l'attacco. In Conference, dopo aver eliminato il Gent ai play-off, ha fatto fuori il Vitoria Guimaraes, passeggiando in Portogallo per 0-4. Poi c'è stato il quarto di finale contro lo Jagiellonia, con un 3-1 complessivo. Altri uomini chiave sono ovviamente Isco, il talentino classe 2005 Rodriguez (attenzionato dalle big inglesi), Cardoso, Fornals oppure Altimiro in mediana e l'esperienza dell'ex canterano del Barcellona Bartra in difesa, accompagnata dall'esuberanza dell'ex Napoli Nathan.

Niccolò Meoni
- AMORE MIO - LA LUCE DEL MATTINO

Chiesa

Il Betis, ultima opera dell'Ingegner Pellegrini: Isco, Antony ed il "nuovo" Joaquin

Come gioca Pellegrini

Manuel Pellegrini è un personaggio di lunghissimo corso nel calcio europeo e sudamericano. Un tecnico rispettato, e che ha innovato nel corso degli anni, ma sempre con un'idea chiara, quella di lasciare il talento libero e di giocare la palla, come raccontava ad AS: "Preferisco il 5-4 all'1-0, perché è quello che vogliono i tifosi e i tifosi sono la cosa più importante in questa partita. Ho anche dimostrato che chi ha la palla si stanca meno, e so, perché sono stato difensore centrale, che chi è in attacco può sbilanciarti, che è la tecnica a definire il gioco. E non accetto di segnare un gol e dire basta. Non tentare il secondo è irrispettoso".

L'allenatore cileno schiera il suo Betis con un 4-2-3-1. I suoi principi sono saldi, difesa a 4, il doble pivote (doppio mediano) davanti alla difesa, 3 sottopunte e un'attaccante mobile. La chiave di Pellegrini è la libertà concessa ai suoi talenti. Non a caso durante durante la sua quasi quarantennale esperienza in panchina, ha fatto esprimere al massimo dei giocatori come Riquelme (definito dall'allenatore come uno dei migliori 5 nel ruolo), Santi Cazorla, Pepito Rossi (era al Franchi per il Pepito Day, se vi ricordate), Isco, Yaya Youre, Fekir, Joaquin e non solo. Giocatori diversi tra di loro, ma lasciati liberi da compiti tattici. Ed è proprio Isco la chiave di questo Betis: la stella dell'andaluso ha brillato per la prima volta proprio con Pellegrini al Malaga più di dieci anni fa. Poi si era perso negli ultimi anni al Real con Zidane, ed è tornato ai vecchi fasti ancora con l'ingegnere. Ormai è in aria di convocazione con la Nazionale, in campo può svariare, venirsi a prendere il pallone o essere incisivo in fase di rifinitura. Gli esterni devono necessariamente tagliare dentro per lasciare la corsia libera ai terzini. Per questo la svolta è arrivata da gennaio in poi, grazie ad Antony a destra, e Jesus Rodriguez, quello che molti definiscono la reincarnazione di Joaquin, a sinistra. Il talento classe 2005 ricorda molto la bandiera betica e anche ex viola Joaquin, per la sua capacità di saltare l'uomo, spostare il pallone e condurre.In avanti l'alternanza è fra Hernandez e l'esperto Bakambu, più fisico. Il calcio di Pellegrini non è rapido e veloce, ma con delle pause dettate dai trequartisti, ma sempre con del ritmo, un mix tra idee europee e calcio sudamericano. La difesa deve stare spesso alta, ma non è perfetta. Bartra e Nathan sono aggressivi, ma non velocissimi, così come i terzini Sabaly a destra ed uno tra Ricardo Rodriguez (ex Torino e Milan) e Pierraud a sinistra. Infine c'è il dubbio portiere, con il ballottaggio tra il trentanovenne Adrian ed la riserva Vieites.

Niccolò Meoni
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Chiesa

Il Betis, ultima opera dell'Ingegner Pellegrini: Isco, Antony ed il "nuovo" Joaquin

Le curiosità

La prima curiosità è legata a proprio a Manuel Pellegrini. Ingegnere non è un termine affibbiatogli a caso, perché può vantare una laurea in Ingegneria, come raccontato anche alla Gazzetta Dello Sport: "Mi sono laureato nel 1976, a 23 anni. io la professione dell'ingegnere l'ho esercitata, costruivo edifici, strade, ponti, e lavoravo in gruppo, avevo responsabilità. Poi perché allora c'erano i primi calcolatori e io ho subito cercato di applicare matematica e tecnologia al calcio". Torniamo su Joaquin: ritiratosi nel 2023 dopo aver vinto la Copa Del Rey nel 2022. Attualmente è nella dirigenza del club e sogna di diventare presidente. Per lui sarà una semifinale tutta particolare e piena di ricordi. Una novità importante è quella arrivata dal mondo marketing del Betis, con l'assunzione di Emilio Garcia Duarte: il dirigente arriva direttamente dal mondo NBA, dove è stato il responsabile marketing del brand in America Latina. Un passo importante per il club, che già negli ultimi anni aveva spinto molto su questo aspetto, con alcune presentazioni dei giocatori ed alcuni kit da gioco molto virali. Infine chiudiamo con una bella iniziativa, il lancio degli orsetti: ogni anno prima di Natale i tifosi lanciano oltre 20mila peluche sul prato del Benito Villamarin. Questo per assicurarsi che nessun bambino rimanga senza un regalo, anche i meno fortunati.

Niccolò Meoni
- AMORE MIO - LA LUCE DEL MATTINO