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La settimana con Frosinone

Started by Chiesa, 05/02/24, 21:32

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Chiesa

Il grande Kurt Hamrin: con lui scompare una persona gentile e generosa

E proprio a Firenze, dove aveva scelto di vivere, Hamrin è morto alle soglie dei 90 anni: li avrebbe compiuti il 19 novembre prossimo.

Il grande Kurt Hamrin, leggenda della storia viola ci ha lasciato. Con lui scompare uno straordinario bomber, ma anche e soprattutto una persona gentile e generosa, innamorata fino all'ultimo della famiglia e di Firenze. Già perché, arrivato in Italia grazie alla Juventus (che poi lo "parcheggia" nel Padova di Rocco prima di cederlo alla Fiorentina), lo svedese vince lo scudetto nel Milan (oltre a una Coppa delle Coppe e a una Coppa dei Campioni), chiude la carriera al Napoli, ma è in maglia viola che compie le imprese più memorabili. E proprio a Firenze, dove aveva scelto di vivere, Hamrin è morto alle soglie dei 90 anni: li avrebbe compiuti il 19 novembre prossimo. Come detto, Hamrin è stato una vera e propria leggenda viola (e non solo). Con 208 reti in 362 gare ufficiali disputate (tra campionato e coppe) dal 1958 al 1967, Hamrin è il miglior marcatore della storia della Fiorentina e fino all'avvento di Batistuta era anche il miglior goleador viola in Serie A. Proprio Batigol con i suoi 152 gol lo ha superato di una rete. Lo riporta La Nazione.

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La lenta e inesorabile caduta della Fiorentina di Italiano

Certo, anche il traguardo dell'Europa League rappresenta un obiettivo importante e un passo in avanti in termini di risultati, ma in una classifica così corta qualsiasi scenario è plausibile, anche il peggiore ovvero l'esclusione dall'Europa

In sette per un obiettivo, quello del quarto posto seppure a fine stagione per andare in Champions League potrebbe bastare anche il quinto (nel caso in cui le squadre italiane mantenessero la prima posizione nel ranking Uefa). Ma per restare in corsa la Fiorentina adesso è chiamata a frenare la brusca discesa in classifica figlia della crisi di gennaio che sembra non avere fine.

La lenta caduta

In attesa che la sfida tra la Roma di De Rossi e il Cagliari di Ranieri concluda il quadro della ventitreesima giornata i viola continuano a perdere posizioni, e dopo che proprio i giallorossi (gli unici nel gruppetto ad avere una partita in più) avevano messo la freccia ed effettuato il sorpasso ora la squadra di Italiano è finita all'ottavo posto, dietro al Napoli mentre la Lazio, e a parimerito a 34 punti e sconfitta ieri a Bergamo, che sarebbe anche da considerarsi davanti in virtù della vittoria nel girone d'andata. Certo, anche il traguardo dell'Europa League rappresenta un obiettivo importante e un passo in avanti in termini di risultati, ma in una classifica così corta qualsiasi scenario è plausibile, anche il peggiore ovvero l'esclusione dall'Europa.

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Una Fiorentina senza leader: da Nico a Bonaventura, dove siete finiti?

È un po' come se all'Inter togliessero Bastoni, Calhanoglu, Thuram e Lautaro, o se Allegri dovesse fare a meno di Bremer, Rabiot, Chiesa e Vlahovic. Provateci voi, a mantenere lo stesso rendimento.

Il mercato, certo. I gol sbagliati e quelli regalati, la condizione fisica, i cambiamenti di modulo, gli adattamenti. Tutto vero. Spesso però, il calcio è molto più semplice di come si vorrebbe dipingere. E così, cercando di capire come mai la Fiorentina "«nel mezzo del cammin...si è ritrovata in una selva oscura, che la diritta via era smarrita» non si può non partire dal fatto che improvvisamente i viola si sono ritrovati senza quei fari che, nella prima parte della stagione, avevano indicato la strada: Nico Gonzalez, Bonaventura, Arthur, Milenkovic. È un po' come se all'Inter togliessero Bastoni, Calhanoglu, Thuram e Lautaro, o se Allegri dovesse fare a meno di Bremer, Rabiot, Chiesa e Vlahovic. Provateci voi, a mantenere lo stesso rendimento. Lo riporta il Corriere Fiorentino.

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Ritrovare la Fiorentina: ecco l'obiettivo di Italiano per tornare a vincere

I leader? Fondamentali forse di più quando sono assenti o attraversano uno scadimento di forma: esattamente quello che sta accadendo a ognuno di tre in modi diversi.

Due pareggi e nessuna vittoria in questo 2024 dicono che la Fiorentina ha problemi di varia natura e dentro ci sono quelli tecnici, tattici, d'identità di gruppo e dei singoli, e che tra le soluzioni da trovare esiste un'urgenza da cui Vincenzo Italiano è particolarmente attratto: recuperare alla migliore versione (atletica e di rendimento) tre calciatori fondamentali per questa squadra quali sono Arthur, Bonaventura e Nico Gonzalez. Fondamentali forse di più quando sono assenti o attraversano uno scadimento di forma: esattamente quello che sta accadendo a ognuno di tre in modi diversi.

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Hamrin a Firenze come Riva a Cagliari. Le lacrime della moglie

Impossibile non voler bene a Kurt, fuori ed entro il rettangolo di gioco. Il suo regno era il Campo di Marte, da quando arrivò a Firenze, andando ad abitare – con l'inseparabile Malatrasi – prima sopra al Bar Marisa, poi a Coverciano

Firenze ha rappresentato per Kurt Hamrin, quello che Cagliari è stato per Gigi Riva. Certo, 'Rombo di tuono' è rimasto fedele alla sua isola, ma Uccellino ha sempre giurato amore eterno alla Torre di Maratona e Ponte Vecchio. A proposito, fu proprio Beppe Pegolotti, sulle colonne di questo giornale (febbraio 1964 a Bergamo dopo una cinquina all'Atalanta del 7-1 finale), a dargli quel soprannome che lo ha accompagnato per le strade della 'sua' città e sui campi che ha calcato con eleganza e leggerezza. Proprio come un uccellino. Ma guai a pensare che fosse fragile. Tutt'altro, gentile, disponibile con tutti, quello si. Impossibile non voler bene a Kurt, fuori ed entro il rettangolo di gioco. Il suo regno era il Campo di Marte, da quando arrivò a Firenze, andando ad abitare – con l'inseparabile Malatrasi – prima sopra al Bar Marisa, poi a Coverciano, fino all'ultimo.

L'aneddoto

Rocco, ha voluto parlare al telefono con la signora Marianne, l'adorata moglie (si mise a piangere quando Kurt passò al Milan, ndr), durante la visita del dg Barone fatta a alla famiglia per le condoglianze della Fiorentina. La salma di Kurt Hamrin sarà esposta oggi dalle 16 alle 21 e domani dalle 9 alle 21 allo stadio 'Franchi' nella Sala Monumentale mentre il funerale sarà celebrato mercoledì alle 11,30 a San Miniato.

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Da Mazzarri a Gasperini: quanti ostacoli per l'Europa della Fiorentina

La vittoria dei partenopei sul Verona intanto ha portato il gruppo guidato da Mazzarri avanti di un punto, ma è soprattutto il successo degli uomini di Gasperini su quelli di Sarri ad allontanare il quarto

La classifica è corta. Per questo lo scivolone in classifica impone reazioni immediate, pure per non regalare ulteriori speranze al Torino, ultimo del gruppo europeo al decimo posto, che con il pareggio con la Salernitana tiene i viola a distanza di soli due punti. La vittoria dei partenopei sul Verona intanto ha portato il gruppo guidato da Mazzarri avanti di un punto, ma è soprattutto il successo degli uomini di Gasperini su quelli di Sarri ad allontanare il quarto posto di cinque lunghezze, segnando un parziale negativo che ha spinto la Fiorentina dal quarto al ottavo posto. Lo riporta il Corriere Fiorentino.

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Guetta ricorda Hamrin: "La fotografia perfetta di Kurt"

Sì proprio lui, Kurt, che di reti ne ha segnate 151 in serie A con la maglia viola, più altre decine nelle varie coppe. Prima di decidere la partita, aveva mandato in ciampanelle il grande Giacinto Facchetti

La fotografia racconta meglio di ogni altra cosa chi fosse Kurt Hamrin, scomparso ieri all'età di 89 anni. È il 9 febbraio 1966, la più forte Inter della storia perde la semifinale di Coppa Italia per 2 a 1 e a realizzare la rete decisiva è lo svedese più amato a Firenze. La segna al novantesimo, alla sua maniera, cioè non si sa neanche come, e Giuliano Sarti, immenso portiere nerazzurro e suo compagno per cinque campionati, gli sorride amaramente chiedendogli: «Ma come, proprio te?».

Il ricordo

Sì proprio lui, Kurt, che di reti ne ha segnate 151 in serie A con la maglia viola, più altre decine nelle varie coppe. Prima di decidere la partita, aveva mandato in ciampanelle il grande Giacinto Facchetti, che lo soffriva tantissimo, ma nessuno era mai troppo contento di affrontarlo. Segnava sempre, giocava di sponda con chi lo marcava: se non seccava l'avversario con il dribbling, faceva rimbalzare il pallone sulle gambe di chi aveva di fronte e poi partiva, con il sano egoismo del goleador, anche se in teoria sarebbe stato un'ala destra. Anche per questo il mitico personaggio fiorentino chiamato Conte Razza, al secolo Renzo Propidi, iniziò a chiamarlo con quel nomignolo che lo ha sempre accompagnato: Uccellino.

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Il retroscena: pochi arrivi sul mercato, ecco come ha motivato i suoi Italiano

Il quotidiano racconta un episodio specifico che ha preceduto la gara di Lecce, che non è andata come Italiano e i suoi si sarebbero augurato

Per cercare di invertire la pericolosissima tendenza di inizio anno (un pareggio, quattro sconfitte), per Italiano sarà fondamentale recuperare i giocatori in condizioni non perfette e farne, visto che dal mercato non ne sono praticamente arrivati, i veri rinforzi. A proposito; prima della gara di Lecce il mister ha parlato chiaramente allo spogliatoio. Un discorso forte, nato anche da quanto (non) successo in sede di trattative. Della serie: siamo questi, cerchiamo ogni goccia di energia dentro di noi e superiamoci per l'ennesima volta. Certo, il risultato non è stato quello sperato ma l'auspicio è che, superata la delusione per non essere stati supportati a dovere, il gruppo reagisca e lo sfogo di capitan Biraghi nasce, appunto, anche da quanto si erano detti prima del match. Lo riporta il Corriere Fiorentino.

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