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La settimana con Betis (05-11.05)

Started by Chiesa, 05/05/25, 02:23

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Chiesa

Scelto il giorno di Fiorentina-Bologna: le ultime della Serie A sulla 37ª giornata

La Lega Serie A ha ufficializzato informazioni importanti per quanto riguarda la 37ª giornata e quindi per Fiorentina-Bologna

Uscito il comunicato della Lega Serie A per quanto riguarda le dieci gare della 37ª giornata. In ottemperanza a quanto previsto dalla Circolare n. 3 del 3 luglio 2024 che prevede che le 10 gare della 37^ giornata del Campionato di Serie A Enilive possano essere distribuite in più blocchi rispettando la contemporaneità delle gare tra squadre con il medesimo interesse di classifica, si comunica di seguito la programmazione della 37^ giornata (gli orari e la programmazione televisiva verranno comunicati martedì 13 maggio 2025):

Domenica 18 maggio 2025:

Cagliari-Venezia

Fiorentina-Bologna

Genoa-Atalanta *

Hellas Verona-Como **

Inter-Lazio

Juventus-Udinese

Lecce-Torino

Monza-Empoli

Parma-Napoli

Roma-Milan

Due le eventuali eccezioni:

* Nel caso in cui la gara Genoa-Atalanta, all'esito delle gare della 36^ giornata, non avesse più necessità di contemporaneità con le gare della domenica, la stessa si disputerà sabato 17 maggio 2025 alle ore 20.45.

** Nel caso in cui la gara Hellas Verona-Como, all'esito delle gare della 36^ giornata, non avesse più necessità di contemporaneità con le gare della domenica, la stessa si disputerà sabato 17 maggio 2025 alle ore 18.00.

Redazione VN
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Chiesa

Fiorentina, serve un'impresa: tre finali per salvare la stagione

"Zero margine d'errore: per sognare serve vincere". L'appello del Corriere dello Sport al mondo Fiorentina

Il richiamo è arrivato forte, soprattutto da parte della società. Il direttore sportivo Daniele Pradè ha preso la parola mentre negli spogliatoi regnava la delusione, amplificata dal sostegno del Franchi nonostante la sconfitta. L'eliminazione dalla Conference League per mano del Betis ha segnato un punto di svolta: da quel momento, la stagione della Fiorentina ha preso la piega più temuta. Ora il rischio concreto è quello di restare fuori dalle coppe europee nel 2025-26.

Questione Campionato

Con 59 punti in classifica e tre partite da giocare – trasferta a Venezia, match casalingo con il Bologna dell'ex Italiano e chiusura a Udine – i viola non hanno più margine d'errore. L'obiettivo è chiaro: nove punti, sperando in qualche passo falso delle rivali. Il vantaggio negli scontri diretti con Roma, Lazio e Juventus potrebbe fare la differenza, ma il destino non è solo nelle mani della squadra.

Tre finali da giocare

"Dobbiamo rialzarci. Siamo professionisti, dobbiamo capire che altrimenti la stagione prende una direzione sbagliata", ha detto Pradè ai canali ufficiali del club. Il riferimento è anche a Raffaele Palladino, appena rinnovato fino al 2027 ma già al centro di qualche perplessità tra i tifosi. Lo stesso tecnico, provato dopo l'eliminazione, ha elogiato l'impegno della squadra – "hanno finito con i crampi" – ma non ha nascosto una certa delusione: "Sul secondo gol del Betis abbiamo sbagliato un dettaglio preparato in video. E da alcuni cambi mi aspettavo di più".

Ora resta da gestire soprattutto l'aspetto mentale. Palladino lo sa: "Abbiamo tre finali da giocare, abbiamo l'obbligo, il dovere e l'ambizione di vincerle tutte".

Senza Europa, il futuro del club potrebbe cambiare profondamente. Il rischio di perdere alcuni big è concreto: Kean ha una clausola da 52 milioni attivabile a luglio; De Gea è in scadenza e, nonostante l'opzione per il rinnovo, il club non intende forzare una sua permanenza. Gudmundsson potrebbe essere riscattato, ma servirà una valutazione sul suo reale coinvolgimento. Dodo tratta da tempo un rinnovo che ancora non arriva.

E i prestiti...

Infine, restano da valutare i tanti prestiti: Fagioli (riscatto obbligatorio in caso di qualificazione europea, ma in calo di rendimento), Zaniolo (anonimo nei minuti contro il Betis), Adli, Cataldi, Colpani, Folorunsho. Dopo la rivoluzione estiva e quella di gennaio, un nuovo restyling potrebbe essere all'orizzonte.

Redazione VN
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Gudmundsson, 1 tiro ogni 147 minuti. Cor.Sport: "Utilizzo discutibile"

Il controsenso tecnico-tattico di Albert Gudmundsson. L'analisi del Corriere dello Sport

L'eliminazione della Fiorentina dalla Conference League non può essere certamente attribuita esclusivamente alla prestazione di Gudmundsson. Le cause vanno ricercate in una serie di fattori. In primis, la superiorità del Betis, squadra più strutturata, dotata di una tecnica complessiva leggermente superiore e di giocatori di caratura internazionale come Isco, protagonista assoluto del doppio confronto, e Antony, arrivato a Siviglia dopo essere stato pagato 80 milioni dal Manchester United.

Un'altra chiave della sconfitta risiede nellagestione dei cambi: quelli operati da Pellegrini si sono rivelati determinanti, come dimostra il gol di Ezzalzouli, mentre quelli di Palladino hanno avuto l'effetto opposto. L'uscita di Fagioli — autore fino a quel momento di una buona prova — per l'ingresso di Folorunsho non ha convinto, e tutti i subentrati, da Beltran a Richardson, da Zaniolo a Colpani, hanno ridotto l'efficacia della manovra viola.

In questo contesto, però il caso Gudmundsson resta emblematico.

Un utilizzo discutibile e lontano dalla zona calda

L'investimento sul fantasista islandese era stato motivato dalla sua qualità tecnica, dalla capacità di saltare l'uomo, di inventare assist e segnare gol. Non per interpretare un ruolo da centrocampista arretrato, né per abbassarsi costantemente a prendere palla tra i piedi dei registi di ruolo. Un confronto tra la sua "heat map" attuale e quella della scorsa stagione al Genoa evidenzia una differenza netta: già con Gilardino tendeva talvolta a rientrare, ma l'attuale disposizione tattica lo porta sistematicamente lontano dalla trequarti offensiva. La zona rossa sulla trequarti sinistra, che un tempo rappresentava il suo raggio d'azione naturale, si è attenuata.

I numeri delle ultime cinque gare da titolare — contro Celje, Empoli, Cagliari e le due contro il Betis — confermano la tendenza. In 442 minuti, Gudmundsson ha tentato solo tre conclusioni, nessuna delle quali nella sfida di giovedì. Una media di un tiro ogni 147 minuti. Eppure, tutte e tre le conclusioni hanno centrato lo specchio. Dati che suggeriscono come l'attuale posizione in campo stia limitando l'apporto offensivo di un giocatore acquistato per fare la differenza in avanti.

Un controsenso tecnico e tattico

Non è chiaro se la posizione arretrata sia frutto di indicazioni precise dello staff tecnico o di un'iniziativa personale del calciatore. In ogni caso, è evidente che serva un intervento da parte dell'allenatore. La presenza di tre costruttori di gioco a centrocampo — Fagioli, Adli e Cataldi — rende superflua l'aggiunta di un quarto elemento nella stessa zona. L'impressione è che Gudmundsson stia inconsapevolmente ripercorrendo il percorso di trequartisti trasformati in registi, come Pirlo o Pizarro. Ma in questo momento, alla Fiorentina serve altro.

Serve un Gudmundsson più presente negli ultimi trenta metri, capace di dialogare con Kean e incidere sulla trequarti, non uno che si perda nella costruzione bassa. Nella gara contro il Betis non ha servito nemmeno un pallone realmente pericoloso. Si tratta di un'anomalia tattica che rischia di vanificare l'investimento più significativo dell'ultimo mercato. E in una stagione ancora tutta da definire, la Fiorentina non può permettersi di rinunciare al suo talento offensivo più promettente.

Redazione VN
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