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ACF FIORENTINA - AC MILAN 1:2

Started by Chiesa, 06/04/11, 15:43

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Chiesa

Mihajlovic carica Ljajic: tocca al giovane serbo

E' la chiave per aprire la porta del Milan, di sicuro quella più adatta per sorprenderlo. Adem Ljajic, la zanzara serba che con i suoi movimenti (a volte) è riuscito a mettere in difficoltà grandi e picco­le è pronto a tornare in campo dal primo minuto.

Toccherà a lui sostituire lo squa­lificato Adrian Mutu, proprio come in avvio di stagione, quando il ro­meno era ancora alle prese con le ultime settimane di stop per la si­butramina. Adesso Ljajic dovrà ri­petersi. All'inizio del campionato giocò sull'effetto sorpresa: contro la Lazio realizzò il rigore procurato da Cerci e si ripeté con il Parma, una settimana più tardi, con lo stesso copione. L'incantesimo si ruppe la giornata successiva, quando dal di­schetto Adem fallì. Si coprì la faccia con la maglia per la vergogna, ri­partendo subito dopo. Proprio con­tro il Milan, nella gara d'andata, fu tra i migliori in campo: un girone dopo, Ljajic vuole ricominciare da capo.

TRINCEA - Si metterà ancora una vol­ta tra le linee nemiche, cercherà di confonderle. Movimenti rapidi, dribbling, scambi in velocità: la spregiudicatezza, del resto, non gli è mai mancata, così come il coraggio di osare. Poco importa se si troverà di fronte l'olandese Urby Ema­nuelson, lui non è di quelli che si lasciano prendere dall'emo­zione. Magari può sbagliare, ma di sicu­ro non si tira indietro. Dovrà dimo­strare di essere in grado di trovare spazi importanti con personalità e determinazione. Con i rossoneri, Adem ha pure un conto in sospeso: non ha dimenticato la palla del pos­sibile pareggio viola a San Siro re­spinta miracolosamente da Abbiati e vuole rifarsi. C'è poi il desiderio di provare a riaprire il campionato e tre punti per la Fiorentina valgono più dell'ossigeno.

ATTIMO FUGGENTE - Ljajic coglierà l'attimo. Nei 1512 minuti giocati, tra campionato e Coppa Italia, lo ha sempre fatto: tre i gol realizzati, grazie ai quali sono arrivati sei punti ( tre di questi con la collaborazione anche di De Silvestri, con il Parma), e cin­que gli assist vincen­ti. Un ruolino di mar­cia che ha fatto scate­nare pure gli operatori di mercato: Ljajic, però, è il presente e il futuro della Fiorentina. Mihajlovic scom­mette sul suo estro e pure sulla sua faccia tosta. Non si è lasciato inti­morire a San Siro, nonostante le dif­ficoltà oggettive incontrate dai vio­la nella prima parte della stagione e non lo farà adesso. Il ragazzino che corre con i capelli al vento ha impa­rato la lezione: il suo allenatore, tra i suoi primi sostenitori anche per una maglia in Nazionale, lo ha fatto crescere anche così, tenendolo in panchina una volta in più o speden­dolo pure in tribuna. Bastone e ca­rota lo hanno fatto diventare uomo a dispetto della giovane età.

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Chiesa

Behrami può farcela, ma per la panchina

Lui ci prova. Difficile che ci riesca, però ci prova. Valon Behrami ha fretta di tornare in campo. E va di corsa. Molto di corsa. Finora ha bruciato tutti i tempi e ha sorpreso anche i medici, che però guardano il suo prodigioso recupero con molta attenzione. Il centrocampista si è infortunato in nazionale alla fine di marzo, una sub-lussazione dell´articolazione tibio-peroneale con sollecitazione delle strutture capsulari, senza coinvolgimento dei legamenti. La prognosi era di tre settimane. Quindi, fatti due conti, il rientro era programmato per la partita di Cagliari. Invece Behrami ha accelerato, come fa sul campo, e da un paio di giorni tocca già il pallone. Difficile fare previsioni, impossibile dare certezze. Behrami continuerà ad allenarsi seguendo la sua tabella di lavoro e domani Mihajlovic e lo staff sanitario faranno una valutazione oggettiva della situazione. Se non ci sono rischi - ma bisogna essere assolutamente sicuri - Behrami potrebbe essere convocato per il posticipo con il Milan, e magari giocare anche uno spezzone di partita. In caso contrario il rientro sarà rinviato di una settimana, comunque sempre in anticipo rispetto ai venti giorni previsti. Dunque se non sarà il Milan sarà la Juventus. Behrami, come si è visto, è un giocatore fondamentale per il gioco e gli equilibri della Fiorentina. Senza di lui a Cesena il tecnico ha cambiato tre volte il centrocampo senza trovare l´assetto giusto.

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Chiesa

Senza Ljajic: Marchionni e Vargas esterni nel 4-3-3

Secondo La Repubblica - edizione Firenze, Mihajlovic potrebbe escludere ancora Ljajic dalla formazione titolare nonostante l'assenza di Mutu. L'alternativa sarebbe un ritorno al 4-3-3: Montolivo, Donadel e Santana in mezzo al campo, Marchionni e Vargas larghi e Gilardino al centro. Una soluzione tatticamente duttile, soprattutto perché in fase difensiva diventa un bel 4-5-1.

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Chiesa

I gemelli rovinatutto

Sul Corriere Fiorentino di oggi si parla di Adrian Mutu e Antonio Cassano, due talenti in campo e due 'teste calde' fuori dal rettangolo di gioco. Che domenica salteranno entrambi per squalifica Fiorentina-Milan. Questo uno stralcio dell'articolo:

Perché appunto sembra quasi lo facciano apposta. A rovinarsi la vita, oltre che la carriera. Talenti puri. Pensate che Cassano ha già disputato derby di quattro grandi piazze calcistiche diverse (Milano, Roma, Genova, Madrid) in tutti e quattro è riuscito a fare gol, senza contare il derby regionale Bari-Lecce, nel quale pure ha segnato. E che uno come Prandelli, un educatore, non un pazzo spericolato, il primo giorno che ha preso la Nazionale ha detto che proprio da Cassano sarebbe ripartito. E poi pensate che Mutu, prima di approdare a Firenze, nel suo girovagare di squadra in squadra, si è giocato la possibilità, che aveva, eccome se l'aveva, di segnare la storia di club come Inter, Chelsea e Juventus. Mutu contro Cassano. Sulla carta, una sfida da leccarsi i baffi. Peccato che salti sempre.
Domenica sera non ci sarà né l'uno né l'altro, in passato più volte le loro assenze si erano incrociate, fuori uno o fuori l'altro. In una sorta di staffetta dei dissoluti, dei fuoriclasse del vorrei mettere la testa a posto ma proprio non riesco. Ad esempio, il 31 ottobre scorso, data del penultimo ritorno del romeno dall'inferno, Fantantonio scontava il primo turno della squalifica a vita comminatagli da Garrone, una punizione dalla quale non si è ancora del tutto ripreso. Nonostante suo tempo ormai stia per scadere. Cassano ha quasi 29 anni, si avvia alla fase discendente della carriera senza essere riuscito a salire sulle vette cui era destinato. Non è neppure fortunatissimo, gli vanno tutte storte: l'eliminazione del Milan dalla Champions, dove lui non poteva giocare, gli ha impedito qualche presenza in più in campionato; Ibra non si discute; Pato, il suo rivale diretto per ruolo, si è nel frattempo imparentato con la proprietà e chi lo tocca più. Ma quando le cose si mettono bene ci pensa comunque lui a farsi espellere, non solo dal campo, dal mondo.
Per Mutu invece il tempo è già scaduto. Si trovi una squadra, anche di buon livello, ma soprattutto di buon cuore, che lo accompagni a una pensione che si spera più serena della sua maturità (si fa per dire) e gli consenta magari di dare una mano anche alla Romania, molto scesa di ranking negli ultimi anni. È ancora uno che può fare la differenza. E di sicuro la farà. Ma non a Firenze. Qui, abbiamo già dato. E avuto in cambio troppo poco.
L'articolo completo sul Corriere Fiorentino.

http://www.violanews.com/news.asp?idnew=75797
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Chiesa

Fiorentina-Milan, Serbia-Brasile, forza-fantasia

Due modi di vedere il calcio, due mondi allo specchio. Da una parte c'è il Milan a trazione brasiliana, dal­l'altra una Fiorentina orientata a est, che anzi all'est ha scovato talenti più o meno sconosciuti trasformandoli in protagonisti. Samba e carnevale, allegria e divertimen­to, domenica sera si metteranno a confron­to con il pragmatismo e con la forza delle idee del calcio dell'est.

TRA BRASILE... - Al Brasile, a dire il vero, la società dei fratelli Della Valle ha guardato soprattutto per i portieri, che al Milan so­no invece tutti di nazionalità italiana: ha scovato Miranda, secondo di Seculin in pri­mavera, ma soprattutto Norberto Neto, considerato l'erede di Julio Cesar nella Se­leçao. L'unico centrocampista sudamerica­no è invece il giovanissimo Ryder Matos, sul quale si stanno scatenando già diversi club di portata internazionale, nonostante il debutto con in prima debba ancora esse­re festeggiato. Fiorentina- Milan è anche Brasile contro Est Europa, calcio champa­gne contro un modo di intendere il calcio molto più concreto, con meno dribbling ma altrettanta decisione. Da una parte ci sa­ranno fuoriclasse assoluti del calibro di Ro­binho, Thiago Silva e, appunto, Pato, men­tre dall'altra toccherà a Ljajic tenere testa alla fantasia inebriante degli avversari.

...E L'EST - Non fosse stato per i troppi infor­tuni che hanno condizionato la stagione, i rappresentanti dell'est Europa in viola domenica sarebbero stati molti di più. Mancherà Stevan Jovetic, pronto tutta­via a fare il proprio debutto stagionale subito dopo Pasqua, mentre in dubbio re­sta ancora Valon Behrami, sì svizzero, ma di origini kosovare. Ad arricchire la folta schiera dei giocatori pescati da Cor­vino nell'est Europa ci sono poi Nikola Gulan, il terzino che proprio Mihajlovic - altro rappresentante di questa piccola Nazionale multietnica - ha tolto dal mer­cato a metà della scorsa estate e pure Haris Seferovic, centravanti della prima­vera di passaporto svizzero ma di origini bosniache.

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Galeone: ''Fiorentina ultimo ostacolo per lo scudetto Milan''

Intervistato da milannews.it, Giovanni Galeone legge così la sfida dei rossoneri domenica sera al Franchi: "La Fiorentina è una squadra tosta, che ha meno punti di quanto meriterebbe. Tutta colpa degli infortuni, Jovetic e Mutu su tutti. Al Milan credo possa bastare un pareggio, ma se dovesse vincere credo che non ci sia più niente da fare per lo scudetto, anche se nell'ultima giornata i rossoneri vanno ad Udine. Bisognerà vedere la posizione in classifica dei friulani".

http://www.violanews.com/news.asp?idnew=75805
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Qui Milan: squadra in gruppi, Pirlo lavora a parte

Seduta di allenamento mattutina per il Mian, che prosegue la preparazione in vista della trasferta di Firenze. Per la squadra, dopo il riscaldamento, lavoro tattico e partiella come riporta il sito ufficiale rossonero. Christian Abbiati, Filippo Inzaghi, Mark Van Bommel e Daniele Bonera hanno lavorato in palestra. Massimo Ambrosini e Rino Gattuso hanno effettuato, sul campo ribassato, lavoro tecnico con il pallone. Gattuso ha poi concluso l'allenamento con una fase di lavoro tattico. Andrea Pirlo ha svolto, sempre sul campo ribassato, esercizi di mobilità e rapidità con il pallone.

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Chiesa

Rambo Sinisa contro Acciuga, due allenatori in carriera

Domenica al Franchi si gioca Fiorentina-Milan, una sfida con due tecnici in carriera a confronto. Dauna parte il serbo Mihajlovic, dall'altra il livornese Allegri. Così diversi, così normali. Si somigliano poco o niente, dal fisico al carattere, passando per il loro vissuto da calciatori. L'unico tratto in comune è la normalità: uomini che non hanno tradito il loro modo di essere e la loro terra. Mihajlovic il duro, che ride di rado,mache ha ancheungrande cuore. Allegri detto "Acciuga", per la sua struttura filiforme, che partendo dalla gavetta vera ha scalato tutti i gradini del calcio e adesso si gioca lo scudetto nel Milan di Berlusconi. Allenatori molto attenti anche alla fase difensiva perché il pallone vive di equilibri.

MIHAJLOVIC Sinisa è completamente diverso da Massimiliano. Mihajlovic è serbo, nato nell'ex Jugoslavia, ha un fisico da rambo, ha sentito fischiare le bombe, ha la faccia imbronciata, sorride di rado, da calciatore ha vinto tutto o quasi, è stato un campione della difesa e dei calci di punizione da autovelox. Ma è un uomo normale.Equestoè ilcomunedenominatore con Allegri. Mihajlovic all'andatahamessopaura ad Allegri. Il Milan ha vinto 1-0, gol di Ibra, ma la Fiorentina un pareggio lo avrebbe meritato serenamente. Mihajlovic domenica sera riproverà a far paura ad Allegri. Sarà quasiunderby tra lui e Massimiliano (il livornese). Sinisa si è talmente innamorato di Firenze - assecondato dalla moglie Arianna e dai cinque figli -, da sentirsi, dopo dieci mesi un po' fiorentino. «Mipiace il carattere di questa gente - ha raccontato spesso Mihajlovic - assomiglia al mio...». Fiorentini combattenti, incazzosi, mai contenti, ma con un cuore grandecomeun'astronave.EMihajlovicnon è distante da questo profilo temperamentale. Poi c'è la sublime Firenze, seducente al massimo. L'allenatore viola vive sulla salita che porta al Poggio Imperiale, zona nobile. Ma sta per traslocare: i Mihajlovic cercano casa in centro, vista Ponte Vecchio, dove Firenze risplenda di una bellezza quasi trascendente. Hanno ragione: vistoche la vita gliha concesso questa possibilità, perché nonapprofittarne? Il centro storico, perla di valore mondiale, va vissuto fino in fondo. Il ristorante preferito è il Fuor d'acqua, a pochi metri da San Frediano. Altrimenti con la squadra si divide tra Godò e Trey, a due passi dallo stadio. I figli fanno sport: due giocano nel settore giovanile della Fiorentina, una eccelle nel tennis, gli altri si dedicano all'equitazione, al Cit delle Cascine.Èvero, Sinisa trascorremolteore della giornata tra campo e sede: a preparare il lavoro, studiare gli avversari,immergendosi totalmente nella Fiorentina. La speranza è riuscire nel tempo a conoscere un po' meglio Firenze e i suoi tesori. Intanto sogna di battere ilMilan perché Mihajlovic ha incassato il gradimento della società, di buona parte della critica, ma di una piccola parte della tifoseria. L'ultima battaglia è questa: convincere i tifosiche quest'annata balorda è nata soprattutto per un fato avverso, costruito su una catena impressionante di infortuni. Nelle ultime settimane il gioco è migliorato, mentre i risultati sono rimasti ondivaghi. Cesena è l'esempio calzante: una vittoria gettata via con superficialità, nel finale. È una Fiorentina che con una personalità di pastafrolla non può essere, allora, ancora quella di Mihajlovic. Sinisa proverà a cambiarla, magari battendo Milan e Juventus. Allora sì che lo porterebbero in trionfo.

ALLEGRI L'ultima volta che Massimiliano Allegri ha affrontato la Fiorentina da giocatore era una domenica di fine marzo, il 30 per l'esattezza, anno 2003. Lui era al crepuscolo diunabuonacarriera, che per mezzi tecnici avrebbe meritato di più. La Fiorentina all'alba della rinascita calcistica, in piena fase catartica dopo il fallimento. Fiorentina-Aglianese 5-0, doppietta di Riganò, Cicconi, Longo e Scaglia. Trentamila spettatori al Franchi... per applaudire una Fiorentina, sarebbe più corretto dire Florentia Viola, lanciata verso la promozionein C1, successivamente superata dal ripescaggio in B. Ma torniamo ad Acciuga - lo hanno sempre chiamato così, perché l'attuale tecnico del Milan non ha mai avuto un etto in più, filiforme, elegante in campo e fuori -: prese un 6 in pagella in quella partita. Che avrebbe potuto fare in più? Troppo forte la Viola, troppo debole l'Aglianese, squadrache lui avrebbe allenato un anno dopo. Eppure, in mezzo al prato del Franchi, lo ricordiamo come fosse ora, Acciuga fece partireunpaiodi lancida50-60 metri, illuminanti. Perle sprecate in quel palcoscenico tecnico: il resto fu una saggia regìa, annullata dallo strapotere della Fiorentina. Domenicatornerà in quello stadio,main panchina, dove per altro è già transitato col Cagliari. In tribuna ci saranno, quasi sicuramente, sua figlia Valentina, i familiari e tanti amici livornesi, quelli delle ribotte. Max, lo hanno chiamato anche così, è di Livorno città, lo si capisce subito alla prima parola. È livornese nell'estro, nella simpatia, ma nella postura e nei modi è più british che labronish. I bagni Fiume, le gabbionate, un branzino al sale da Oscar, zona Ardenza, ristorante chic,questi i suoi punti cardinali.Quando nasci sul mare, sei costretto a rivederlo sempre. EAcciuganonsi èmai sottratto a questa regola, anche dopo il derby stravinto sabato scorso contro l'Inter. Oddio, quando ha più tempo, non si nega neppure un blitz a Firenze: un passaggio in viaTornabuoni, perché l'eleganza perAllegri è una buona compagna di viaggio, una cena in centro e poi via, di nuovo sulla Fi-Pi-Li. Allegri ha rischiato pure di passare dallo scoglio di Antignano alla Pescaia di Santa Rosa, se il Milan non fosse arrivato primadi Corvino. Nella gestazione del dopoPrandelli, il diesse viola aveva due nomi puntati sull'agenda: Sinisa Mihajlovic e Massimiliano Allegri. Dicono che Corvino non sbagli un allenatore: pensando a questi due tecnici, la tradizione sarebbe confermata. Allegri attraverso Agliana, Ferrara, Grosseto, Sassuolo (ha vinto il campionato di C1), Cagliari e adesso Milan è diventato un allenatore. Il suo maestro è stato Galeone, tecnico soloattacco, ma Acciuga ancora una volta ha sorpreso tutti coniugando i piedi buoni offenisivi del Milan, con un grande equilibrio difensivo.Enon si è montato la testa.È sempre Acciuga, dè.

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