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La settimana di riposo sotto le Nazionali

Started by Chiesa, 07/10/24, 14:50

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Chiesa

Adli: "Vai a destra!". De Gea non lo ascolta e para il rigore a Theo Hernandez

Adli e quel consiglio per fortuna ignorato da De Gea

Piccolo siparietto durante il primo rigore per il Milan di Fonseca. Infatti, Yacine Adli ha voluto aiutare il suo portiere indicando il punto in cui Theo Hernandez avrebbe calciato il rigore."Vai a destra" dice il centrocampista conoscendo il suo ex compagno. Anche dalla foto potete vedere il gesto dell'ex Milan.

Be, menomale che De Gea non ha ascoltato il suo compagno di squadra altrimenti sarebbe stato gol. Theo Hernandez infatti a calciato sulla sua destra e quindi alla sinistra del portiere viola. La foto:



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FOTO – Gudmundsson, che paragone! Lui, Bove e Kean come Neymar, Suarez e Messi

L'euforia di Gudmundsson sui social!

La vittoria della Fiorentina sul Milan ha scatenato l'euforia del popolo viola ma allo stesso tempo ha rivitalizzato un gruppo come quello di Palladino che dopo Empoli ha affrontato qualche polemica.

Così, dopo Moise Kean, anche Albert Gudmundsson elogia l'attacco viola con un paragone "enorme". La foto è tutta da ridere, con il trio Messi, Suarez e Neymar che diventano Gudmundsson, Kean e Bove. La Fiorentina è sempre più unita e questo non fa che aiutare la situazione.



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FOTO – Mata su De Gea: "Ma non eri finito? Ah no... aspetta!"

L'elogio dell'ex centrocampista di Manchester United e Spagna Juan Mata

L'ex centrocampista del Manchester United, ed ex compagno di De Gea nei Red Devils, Juan Mata ha pubblicato una storia su Instagram in onore della prestazione di ieri del connazionale portiere dei viola. Ecco il testo tradotto della stories, mentre di seguito la foto: "Eppure eri "finito"... O, aspetta! Numero 1".



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Spalletti rivela: "Rigorini? Ho visto Fiorentina-Milan con Rocchi. Vi spiego"

Spalletti commenta gli episodi arbitrali di Fiorentina-Milan

Luciano Spalletti, ct della Nazionale Italiana di Calcio, ha parlato anche della partita tra Fiorentina e Milan. Ecco il suo parere sugli episodi arbitrali:

    Rigorini? Ho visto la partita fra Fiorentina e Milan vicino a Gianluca Rocchi, lui è stato impegnato tutto il tempo nel suo lavoro, che fa bene. A me riesce difficile entrare nel lavoro degli altri. Ma per me vedere dare continuità al gioco è la cosa migliore, accettare qualche contrasto. Sarei curioso di fare l'arbitro perché io lascerei giocare molto

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La Fiorentina degli scarti che nessuno voleva. Adesso fanno addirittura invidia

Si, prima erano degli scarti è vero. Adesso giocano e lo fanno anche bene. Fiorentina-Milan è stata la rivincita di chi quest'estate è stato messo ai margini delle loro società

"Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior." Cantava così Fabrizio De André, il cantautore degli ultimi, dei bisognosi, di coloro che venivano considerati scarti della società. Sì, scarti. Gli stessi scarti che, a detta di molti, la Fiorentina avrebbe acquistato in questa sessione di mercato. Per chi non dovesse ricordare, ecco un piccolo riepilogo:

MOISE KEAN: "22 milioni per la terza punta della Juventus?! Questo è il grande attaccante promesso da Pradè?!" Beh sì, è lui, e possiamo dire che il direttore sportivo della Fiorentina ci ha visto giusto. Visto il rendimento fino a oggi, i milioni spesi sembrano più che giustificati. L'anno scorso con la Juventus ha giocato solo 654 minuti, tra mille polemiche. Oggi domina in lungo e in largo, raccogliendo l'eredità perduta di Dusan Vlahovic. Lui, scarto dei bianconeri.

DAVID DE GEA: "Un portiere fermo da un anno, che azzardo! Chissà quanto tempo ci metterà per tornare in forma, a 34 anni poi." Prendete Fiorentina-Milan e riguardatela in loop, senza sosta. Lo spagnolo ha fatto ricredere mezza Inghilterra, e forse qualcuno a Manchester si sta mangiando le mani. De Gea si candida a essere il vero leader silenzioso di questa Fiorentina, che inizia, senza nulla togliere a Terracciano, a sentire la differenza di avere un portiere di alto livello. Lui, scarto dello United e rimasto senza squadra per un anno.

EDOARDO BOVE: "Se De Rossi non l'ha voluto tenere, un motivo ci sarà. A Roma faceva solo panchina." Sì, forse con l'ex allenatore della Roma, ma Mourinho – come abbiamo detto più volte – se n'è innamorato subito. E adesso capiamo anche il perché. Palladino l'ha voluto a tutti i costi a Firenze e, con voglia e sacrificio, ha trasformato quel giovane romano in un jolly totale. Ovunque lo metti, rende al massimo. Lui, scarto della Roma.

DANILO CATALDI: "Sì, con Sarri giocava, ma spesso gli veniva preferito Rovella. E Baroni non ha esitato a mandarlo via." Impossibile sapere se a Roma avrebbe reso così, ma da quando è arrivato a Firenze, l'ex Lazio si è preso in mano il centrocampo della Fiorentina e, in silenzio, guida tutti i movimenti dei suoi compagni. Per non parlare della sua personalità dentro e fuori dal campo. Si dice che Biraghi abbia visto in lui il compagno ideale per scambiare idee sul gruppo e sulla squadra. Lui, scarto della Lazio.

YACINE ADLI: "Al Milan giocava solo perché Bennacer era infortunato. Se fosse stato davvero forte, di certo non l'avrebbero dato via." Questa frase la si sente spesso, e in effetti forse il francese non era abbastanza per il Milan. Ma, vedendo la sua prestazione, qualcuno a Milanello avrà passato la notte ripensando alla sua cessione. Se questo è il vero Adli, sarà dura togliergli il posto, e che geometrie disegna in mezzo al campo! Da tempo la Fiorentina non aveva un regista così. Lui, scarto del Milan.

Questi sono gli "scarti" che la Fiorentina ha acquistato nel mercato estivo. Beh, che dire: aveva ragione Fabrizio De André, piano piano a Firenze stanno nascendo tanti fiori. Fiori che, uniti a qualche diamante, stanno costruendo una bella Fiorentina. Quella degli scarti, sì, ma a questo punto va benissimo così.

Giovanni Zecchi
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Fiorentina-Milan: i tre fattori determinanti più uno

Torna l'imbucata di Matteo Magrini che ci racconta dei 4 fattori determinanti di questa Fiorentina

Dite la verità. Pensavate di esservi liberati di me eh...? E invece no. Giusto il tempo per l'ennesimo infortunio e rieccomi. Ovviamente, prima di tutto, ringrazio Saverio e tutta la famiglia di Violanews per la pazienza e per ridarmi spazio. Non era assolutamente scontato e, quindi, grazie! Detto questo, e venendo a parlare di cose che contano, quale miglior occasione se non la prima, vera, grande vittoria di questa stagione? Sono sinceramente sollevato perché onestamente sarebbe stata dura tornare a scrivere dopo che so, il pari di Empoli o dopo la tristissima esibizione dell'altra sera in Conference. Ieri invece, finalmente, si è vista una squadra.

Il primo fattore

Ed è proprio da qua che vorrei ripartire. Dallo spirito che, per la prima volta, ha permesso alla Fiorentina di andare oltre i propri limiti. E' stato quello, fino a ieri sera, l'aspetto più preoccupante, Più del (non) gioco, più della (non) identità, più delle contraddizioni tecniche e tattiche. In questi primi mesi i viola erano parsi spenti. Pallidi, quasi tristi. Mai (o quasi mai) uno scossone, mai una reazione anche fosse soltanto nervosa. Contro il Milan invece, l'esatto contrario: furore, ferocia, fame, determinazione, voglia di aiutarsi l'un l'altro. Eccolo, il fattore che ha fatto la differenza: lo spirito.

Gli altri tre

Gli altri tre sono di facilissimi individuazione. De Gea, Gudmundsson e Kean. Certo, nessuno si dimentica Adli. Anzi. Il francese ha dimostrato (spero definitivamente) che non si può fare a meno di lui visto che, lì nel mezzo, è l'unico che abbia cervello, piedi e verticalizzazioni da regista. Se poi ci mette anche i gol, tanto meglio. I "tre tenori" però, sono quegli altri. Non ce ne voglia Terracciano, per carità, ma capite adesso cosa intendevamo quando dicevamo che se l'intenzione era alzare il livello non si poteva non intervenire sul portiere? Perché avere un campione in porta vale esattamente come avere un grande centravanti e le parate, esattamente come i gol, portano punti.

E poi, appunto, ci sono gli attaccanti. Gud ieri non mi è piaciuto ma che gli vuoi dire se alla prima (e unica) palla buona ha deciso la partita? Del resto, è esattamente quello che è mancato negli ultimi due anni e mezzo. Uno che, con mezza giocata, sapesse determinare. Inutile girarci troppo intorno. Gli allenatori arrivano fino ad un certo punto (e ieri Palladino ha sicuramente messo in campo una squadra logica e organizzata) ma senza calciatori di livello superiore difficilmente si riesce ad andare oltre certi ostacoli. Lo stesso Kean, pur sbagliando il rigore e un'altra grande opportunità, ha fatto tutta la differenza del mondo. Col pallone, e senza. Una prima punta vera, che con i suoi movimenti e con la sua capacità di far reparto da solo (sia nella profondità che nel difendere il pallone spalle alla porta) regala ampiezza e respiro a tutta la Fiorentina. Del resto, come diceva Boskov, "come gioca punta gioca squadra".

La filosofia di Palladino

Sia chiaro, tutto questo non significa che la Fiorentina sia improvvisamente guarita. La mia impressione, pensando anche al primo tempo della gara con l'Atalanta, è che contro le "grandi" o comunque contro formazioni che attaccano vedremo spesso prestazioni così. Questo perché ormai l'idea del mister inizia ad essere abbastanza chiara: baricentro basso, attesa, e ripartenza negli spazi. Una filosofia ovviamente legittima, che può piacere o meno, ma che di certo paga di più quando si può (appunto) giocare di rimessa. Diverso il discorso (vedi Empoli, New Saints ecc...) se devono essere i viola a fare la gara. Ecco. Per quei casi mi pare che manchi ancora la soluzione. Ovvio, ci possono sempre pensare quei due là davanti, ma non a caso anche loro hanno sofferto molto di più nelle scorse uscite.

Insomma, di lavoro da fare ce n'è ancora parecchio e già la prossima trasferta di Lecce darà altre, importantissime, indicazioni. Intanto però, è giusto godersi la bellissima serata di ieri e, soprattutto, i tre campioni, più uno, di questa Fiorentina: De Gea, Gudumdsson, Kean e lo spirito ammirato col Milan. Sono queste, le colonne su cui provare a costruire qualcosa di interessante.

Matteo Magrini
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Chiesa

Femminile, Primavera pari con l'Inter. U10, stagione al via



Primo pareggio in campionato per la Primavera femminile di Nicola Melani. Nella quarta giornata, al Viola Park di Bagno a Ripoli, Fiorentina-Inter finisce 0-0. Un tempo a testa e risultato che non si sblocca, le viola avanzano a 7 punti in classifica e restano con le nerazzurre in zona playoff.

È iniziata la stagione della formazione Under 10 (nella foto), un squadra tutta nuova composta da bambine delle classe 2014, 2015 e 2016. Nella prima uscita, al quadrangolare organizzato dall'Atletica Castello, dove le piccole viola hanno raccolto tre pareggi: 1-1 con l'Atletica Castello verde, 0-0 con l'Atletica Castello bianca e 1-1 con la Laurenziana.



Redazione CV
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