Chievo: contro i viola classico 4-3-2-1 senza Fernandes
Con la Fiorentina il Chievo non dovrebbe cambiare più di tanto rispetto alle ultime uscite, con il 4-3-1-2 - scrive La Nazione - composto da Guana, Rigoni e Costant in mezzo al campo e, in attacco, Bogliacino a sostegno delle due punte Thereau e Pellissier. Dietro, poi, la consueta linea a quattro con Mandelli e Andreolli centrali e Sardo e Mantovani sulle corsie difensive esterne. Assente Fernandes per squalifica.
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Campedelli difende i colori e i simboli veronesi del Chievo
Intervista al presidente del Chievo Luca Campedelli sul sito ufficiale dei gialloblu, prossimo avversario della Fiorentina. In realtà non si parla di calcio giocato ma della querelle con i tifosi dell'Hellas Verona sull'utilizzo dei colori e dei simboli cittadini da parte del Chievo: "Dopo le minacce di quest'estate, una frangia anonima della tifoseria dell'Hellas Verona è tornata all'attacco, distribuendo un volantino intimidatorio per rivendicare un assurdo diritto di prelazione sull'utilizzo dei colori gialloblù e della Scala. Sinceramente - dice Campedelli - più che di una polemica vecchia credo si tratti di una polemica sterile. Nell'immaginario collettivo i colori gialloblù e la Scala degli Scaligeri rappresentano la città di Verona, di cui il Chievo fa parte. Personalmente credo che una tale presa di posizione da parte di un determinato gruppo di persone si possa imputare solamente a una scarsa conoscenza storica. Ricordo a tutti che il Chievo utilizza i colori gialloblù e la scala da più di cinquant'anni, mentre la polemica è una questione molto più recente. La mia veronesità e quella del Chievo non sono in discussione. Quindi non penso minimamente a modificare alcunchè".
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A Verona sfida anche fra gli amministratori
Sfida calcistica fra amministratori del Comune di Firenze e quelli di Verona, guidati dai due sindaci Matteo Renzi e Flavio Tosi. La partita si svolgerà domenica 13 marzo nella città scaligera a poche ore dalla partita di campionato fra Chievo e Fiorentina.
Dopo la vittoria nel match disputato a Parma e nel trofeo Alessia Ballini a Coverciano, la squadra di Palazzo Vecchio guidata da Enrico Bertini, torna in campo per una sfida storica che si ripropone dopo qualche anno di assenza. Della squadra degli amministratori fiorentini (che scenderà in campo con la divisa viola della Fiorentina) fanno parte, oltre al sindaco, assessori, consiglieri comunali e di Quartiere. Dopo Verona sono già in calendario sfide con Cesena, Bologna e Brescia in concomitanza con le partite di campionato della Fiorentina.
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Qui Chievo, squadra al completo
Non c'è stata la solita amichevole del giovedì oggi al centro sportivo gialloblù di Peschiera. Il programma della squadra, che si è allenata al completo: riscaldamento, lavoro di possesso palla ad obiettivi e una partita a tutto campo. Domani è in agenda un altro allenamento pomeridiano con inizio alle ore 15, sabato la rifinitura a porte chiuse.
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Altro che giovani: Miha sogna il rush finale
Altro che lanciare i giovani. Sinisa Mihajlovic non ha nessuna intenzione di fare esperimenti in questo finale di stagione. La Fiorentina non ha ancora i famosi 40 punti in classifica ma non è certo questo ad indurre il tecnico serbo ad insistere con i "big". Lui non ha perso le speranze di arrivare in Europa e farà di tutto per riuscirci. In palio del resto c'è anche il suo futuro: se la Fiorentina finisse alla grande rimontando fino alle prime 7 posizioni la sua permanenza in viola sarebbe molto probabile, anche se c'è chi si dice sicuro che Mihajlovic sarà confermato a prescindere, o quasi.
Sinisa ha dimostrato - e di questo gli va dato atto - di saper scommettere sui giovani e Camporese è l'esempio più lampante. C'era emergenza, vero, ma altri allenatori (magari anche Prandelli) avrebbero adattato qualcuno fuori ruolo piuttosto che rischiare un 18enne in un frangente delicato. Mihajlovic non ha paura a lanciare i giovani ma in questo momento ha un altro obiettivo in testa: dimostrare che senza i tanti infortuni la stagione viola sarebbe stata diversa. Adesso che l'infermeria va svuotandosi, il tecnico può presentare finalmente la Fiorentina che aveva in testa in estate e che secondo lui poteva puntare alla Champions.
Chi cullava speranze di vedere alcuni ragazzi di Buso 'promossi' in prima squadra dovrà quindi ancora pazientare. La riprova si è avuta con l'amichevole odierna contro gli Allievi: nessuno dei vari Salifu, Carraro, Agyei o Iemmello è stato inserito al fianco di Montolivo e compagni e, anzi, è stato buttato dentro un po' a sorpresa un D'Agostino con la mano rotta. Il che lascia pensare che contro il Chievo, nonostante la squalifica di Donadel, non ci sarà nessun Primavera neanche in panchina. Lì semmai dovranno accomodarsi i giovani della Prima Squadra: da Camporese a De Silvestri, da Ljajic a Babacar. In campo gente esperta e campioni da recuperare: Mihajlovic si aggrappa a loro.
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Due mesi per tornare Vargas
Anche così sono state sufficienti poche accelerazioni per capire che Juan Vargas può essere ancora il valore aggiunto della Fiorentina. La volata dirompente sulla fascia, il pallone ben attaccato al piede sinistro, il cross dal fondo senza che l'avversario possa intervenire dopo la rincorsa affannata: lampi piuttosto rari di un Vargas che era e che sta cercando di essere tra adduttori dolenti, caviglie distorte e futuro da scrivere.
FIRENZE SI', FIRENZE NO - Partiamo proprio dall'ultimo punto che è punto tutto da definire, nonostante un contratto in essere che scade a giugno 2013. Già la scorsa estate ci sono stati scricchiolii sinistri nel rapporto, provocato da voci che volevano il peruviano ora destinato alla Juventus, ora al Bayern, ora al Barcellona e ora chissà dove. Di fatto o, forse, no, il mancino ex Catania era assurto giocoforza a uomomercato della Fiorentina, ma col trascorrere dei giorni e delle settimane le voci si sono tramutate in sussurri e poi in silenzio assoluto. Però, quegli scricchiolii mai concretizzati in malcontento pronunciato hanno di fatto un po' minato il rapporto stesso, tanto che del Vargas entusiasta, del Vargas travolgente, del Vargas centro focale del progetto Fiorentina, si sono perse via via le tracce. Colpa, come detto, pure dei ripetuti infortuni, ma quelli si superano e sembrano essere superati. La questione cammin facendo è diventata un'altra: Vargas vuole sempre la Fiorentina?
CAPITALE SVALUTATO - E la Fiorentina vuole sempre Vargas? Per avere una risposta attendibile occorre rifarsi alla strategia politica fin qui portata avanti dalla società dei Della Valle con Corvino al posto di comando operativo: i campioni il club viola se li tiene stretti, salvo richieste espresse dei diretti interessati (e non è affatto automatico vengano accolte) e salvo offertemonstre che rendono tutti cedibili e nessuno incedibile e non solo dalle parti di Campo di Marte, ma di proposte allettanti per Vargas la scorsa estate alla fin fine evidentemente non ne sono arrivate. Stavolta, in aggiunta, c'è un aspetto che concorre ad ostacolare qualsiasi eventuale forma di trattativa: il deprezzamento del cartellino di Vargas causa i molti problemi e le presenze ridotte in stagione. Pagato 12,5 milioni, il centrocampista sudamericano al termine della passata stagione valeva molto di più e oggi invece sarebbe arduo riprendere quei soldi.
DIECI POSSONO BASTARE - Allora, per rivalutareil capitale-Vargas e per capire quali saranno gli scenari futuri, fondamentali diventano le dieci partite che mancano al termine del campionato. Dieci partite che possono servire a Vargas per riconquistarsi un ruolo da protagonista e per rimettersi al centro del succitato progetto, in modo tale che anche la Fiorentina avrà gli strumenti adatti per giudicare se il calciatore può essere davvero il valore aggiunto come lo è stato in tante occasioni. Sempre che esista la volontà di proseguire una strada comune, altrimenti il finale- sprint aiuterebbe comunque alla realizzazione del piano- B: cessione con ricavo importante.
OBIETTIVO COMUNE - Per ora l'obiettivo di Vargas e della Fiorentina va nell'identica direzione: ritrovare il miglior Vargas. Ne gioverebbe l'uno e l'altra, in tutti i casi. Perché è impossibile negare che tra le concause dell'agosto-febbraio al di sotto delle aspettative della squadra di Mihajlovic non abbia inciso la lunga indisponibilità dell'esterno che ha saltato quattro gare nel periodo autunnale e, soprattutto, le diecisuccessive alla sosta natalizia fino al rientro con la Sampdoria. Un rientro "zoppo" con tre spezzoni all'attivo per un totale di appena 77 minuti senza iniziare mai da titolare.
L'UOMO DEGLI ASSIST - Insomma, ancora non è il vero Vargas. Siamo lontani dal calciatore che si caricava sulle spalle la Fiorentina e la trascinava verso vittorie esaltanti segnando gol straordinari (il 4-1 rifilato alla Roma nell'anno della prima qualificazione ai preliminari di Champions League) o fornendo palloni altrettanto strepitosi (a Gilardino ad Anfield nello storico 2-1 al Liverpool). Ecco, considerando che Gilardino è sempre stato il beneficiario principe degli assist di Vargas e che Mutu sta tornando Mutu, i cross forti e precisi del peruviano possono essere l'arma in più della Fiorentina all'inseguimento di un sogno chiamato Europa. Quell'Europa che sarebbe un buon motivo: o per continuare insieme o per separarsi con reciproca soddisfazione.
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Sorpresa, c'è D'Agostino. Può giocare con un tutore
Dalla partitella spunta quello che menoti aspetti: Gaetano D'Agostino. Il centrocampista operato appena il 3 marzo dal professor Bufalini, si e presentato davanti alla difesa, a dirigere il traffico, con un tutore alla mano destra. Con la stessa protezione potrebbe giocare domenica a Verona contro il Chievo. E stando ai sussurri, l'ex regista dell'Udinese oggi avrebbe molte chances di partire da titolare. Poi Vargas: il mancino e stato impiegato nella ripresa, nel ruolo di mediano. Ormai un classico per lui. La sensazione, pero, e che Vargas ripartira dalla panchina. Per la cronaca, il test in famiglia contro gli Allievi viola e finito 5-0 per la squadra di Mihajlovic, con i gol di Donadel, Babacar, Gamberini, Gilardino e Santana. Da segnalare anche una traversa di Cerci e un palo di Babacar. Note a margine: un bel sole ha illuminato il pomeriggio, ma i tifosi, nonostante le porte aperte e le felici condizioni meteo, non hanno voluto approfittarne. Saranno stati trecento in Maratona...
Nel primo tempo Mihajlovic ha scelto questi undici: Boruc, Comotto, Mateo, Natali, Pasqual, Behrami, D'Agostino, Donadel, Cerci, Ljajic, Babacar. Nella ripresa: Neto, De Silvestri, Camporese, Gamberini, Gulan, Marchionni, Montolivo, Vargas, Santana, Mutu, Gilardino. Modulo sempre uguale: 4-3-2-1 anche se Mutu, rispetto alla gare di campionato, ha giocato piu alto. E andiamo alle considerazioni partendo, appunto, dal centrocampo. Mihajlovic e sempre stato chiaro: "Non esiste un dualismo D'Agostino-Montolivo, i due possono tranquillamente giocare assieme. Semmai il dualismo e tra D'Agostino e Donadel". Allora, se Donadel e squalificato, tocca a D'Agostino, sempre che il play viola sia recuperato, ma stando alla partitelle di ieri le condizioni, tutore a parte, paiono ottime. Ancora una volta, comunque, Mihajlovic ha dimostrato di preferire Montolivo nelle veste di interno destro o sinistro, piuttosto che regista davanti alla difesa. Il capitano viola non ha mai fatto mistero di sentirsi benissimo piantato di fronte alla retroguardia - diciamo alla Pirlo -, ma decide il tecnico e quindi avanti su questa strada. Se a Verona, dunque, i due giocheranno assieme, l'altro mediano, salvo sorprese, sara Behrami. Vargas, quindi, dovrebbe entrare a partita in corso. Anche perche tra le linee, a ridosso di Gilardino, si accomoderanno di nuovo Santana e Mutu. In difesa a destra eterno ballottaggio tra Comotto e De Silvestri con il primo spesso in vantaggio sul secondo, al centro Gamberini e Natali, ma occhio a Camporese. A sinistra non ci sono alternative: il titolare e Pasqual.
Verona, pero, avra un'insidia in piu per i viola: il manto erboso. E probabilmente il peggiore d'Italia, la cosa è risaputa. I portoghesi lo definirebbero un patatao (la traduzione e facile: campo di patate). In questo senso i giocatori piu tecnici, soprattutto D'Agostino - pensando all'impostazione della manovra - rischieranno di veder notevolmente azzoppato il loro potenziale. In linea teorica servirebbe piu una Fiorentina di mediani che di piedi buoni, ma Mihajlovic ha intenzione di giocarsi questa carta fino in fondo. Di sicuro mai come stavolta alla Fiorentina servirà pazienza nell'orchestrare un gioco e grande attenzione a non perdere palloni dalla traiettoria bizzarra. Infine Stefan Jovetic: ieri il montenegrino, accompagnato dal dottor Manetti, e volato in Germania, ad Augsburg, per sostenere l'ultima visita di controllo. Pare sia andato tutto bene e all'inizio di aprile sarà a disposizione di Mihajlovic.
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L'assalto all'Europa riparte dov'era cominciato tutto
L'assalto all'Europa riparte da Verona. Da dove, cinque anni fa, il sogno ha avuto inizio. Era il 14 maggio del 2006: a spingere i viola oltre l'immaginazione, a trascinarli diretti verso i preliminari di Champions League, i primi dell'era Della Valle, c'erano oltre sedicimila fiorentini. Servivano i tre punti per volare dritti fino in paradiso, e nessuno sbagliò, né Toni né Dainelli, i due marcatori. Su quel cielo dipinto a festa calò subito la paura, figlia dell'uragano calciopoli che di lì a poco si sarebbe scatenato. L'Europa, quella conquistata al Bentegodi, fu cancellata in un attimo.
IL RISCATTO - Stavolta, invece, la storia potrebbe restituire qualcosa ai viola. Una vittoria rischia davvero di riaprire le porte del paradiso, di lanciare la Fiorentina verso nuovi obiettivi, gli unici in grado di riaccendere l'entusiasmo in una stagione maledetta: fallire significherebbe davvero doversi accontentare di un campionato anonimo. Anche per questo nessuno vuole darsi per vinto. Lo ha detto Mihajlovic, lo ha ribadito Mutu: il bello deve ancora venire. Toccherà ai più esperti vestire i panni dei leader, di coloro capaci di indicare la strada da seguire. Giocheranno i migliori, il tecnico serbo non ha dubbi: fino a che la matematica non avrà escluso la Fiorentina dalla corsa verso l'Europa non ci sarà spazio per gli esperimenti.
UN NUOVO INIZIO - La battaglia, quella che rischia di diventare il simbolo di una stagione affrontata di petto, nonostante le tante difficoltà, è soltanto all'inizio. E pure la lunga lista di infortunati, che fino a oggi non ha permesso a questa squadra di esprimersi per come invece era stata costruita, sta scemando: Frey è tornato in gruppo, Mutu sta recuperando la condizione fisica migliore e pure Jovetic, il giocatore simbolo della nuova Fiorentina, è finalmente giunto alla fine del tunnel. Le dieci gare che completeranno il campionato altro non saranno che una corsa contro il tempo: non saranno permessi passi falsi, pena l'esclusione da tutto. Ogni partita sarà più di un esame di maturità: c'è da far dimenticare l'amaro epilogo dello scorso anno quando, dopo l'eliminazione dagli ottavi di finale di Champions League, il terreno sotto ai piedi franò miseramente, ma soprattutto c'è da buttare giù il muro della diffidenza.
LA STORIA CHE INSEGNA - La squadra sa di potercela fare: c'è da convincere una città mai paga di successi. I veterani lo sanno benissimo. Gamberini, Pasqual, Montolivo - seppur per una manciata appena di minuti - e pure Donadel (che domenica sarà tuttavia squalificato) quel 14 maggio al Bentegodi c'erano. Loro hanno vissuto tutto: la gioia sfrenata di chi sa di aver scritto un pezzo di storia, la paura per uno scandalo che da lì a poco avrebbe coinvolto pure la Fiorentina, e pure la rabbia di chi ha dovuto poi convivere con la zavorra di una penalizzazione che pareva impossibile da asciugare. Loro però hanno pure imparato che rialzarsi da terra è possibile. Lo ha insegnato Mutu con i suoi gol, ma pure Santana e Gamberini.
CLASSIFICA E ORGOGLIO - Toccherà a loro dare l'esempio, a loro dimostrare di saper ancora una volta rovesciare la prospettiva. A muso duro. Rispetto ad un anno fa, c'è soltanto un punto di differenza in classifica, ma pure la consapevolezza che tre delle quattro partite più impegnative - Roma, Milan e Juventus - si giocheranno tutte davanti al proprio pubblico. Basterà poco per riportare alto l'entusiasmo tra i tifosi, per trasformare il fortino del Franchi in una fortezza: tre punti contro il Chievo, domenica, anche per questo motivo valgono più di ogni altra cosa. Per la classifica, ma soprattutto per l'orgoglio.
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Col Chievo anche il campo è nemico. L'ass: ''Colpa dello stadio coperto''
Firenze sogna da sempre uno stadio coperto. A Verona invece quasi lo maledicono. Perché il Bentegodi di Verona oggi uno degli impianti italiani col terreno di gioco peggiore in assoluto, con l'erba che cresce pochissimo (e solo nella stagione calda), rendendo il campo gibboso e pieno di buche che evidenziano il fondo sabbioso. E di chi è la colpa di tutto questo? In parte proprio delle coperture che riparano gli spalti. «Al Bentegodi non batte mai sole, di conseguenza col passare delle settimane invernali l'erba non cresce e il campo diventa pesante e pieno di buche» , spiega l'assessore allo sport veronese Federico Sboarina.
Una situazione difficile accadde proprio alla Fiorentina un anno fa, quando i viola persero 2-1 e dovettero sostituire Donadel infortunato, proprio per le buche con Prandelli che a fine gara accusò: «Mai visto un campo così brutto» . Non è un caso infatti che già ad inizio settimana, i giocatori viola (reduci dalla trasferta di Bari, dopo la quale Gilardino ammise che «giocare in campi così pieni di zolle non ci favorisce» ) abbiano subito fatto presente le loro preoccupazioni a tecnico e società.
L'articolo completo sul quotidiano in edicola.
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Biglietteria troppo scomoda: in pochi a Verona
A dispetto delle previsioni, sembra molto più complicata la trasferta di Verona per i tifosi viola. Nonostante l'assenza di limitazioni legate alla tessera del tifoso, non è infatti semplice stabilire quanti sostenitori gigliati seguiranno la squadra, domenica al "Bentegodi". Colpa di una distribuzione dei biglietti per niente agevole, la biglietteria legata alla banca distributrice più vicina è in zona Abetone, e anche di un prezzo evidentemente poco invitante. Venticinque euro, il costo del tagliando per il settore ospiti, con buona pace di chi, giustamente, si aspettava un trattamento diverso anche e soprattutto alla luce di quanto accaduto all'andata. Fu di dieci euro, del resto, il prezzo del settore ospiti per i veronesi.
Un precedente che, però, non sembra aver ammorbidito il club scaligero. Non un'invasione, dunque, quella di domenica, seppure già circa trecento biglietti siano stati venduti. Molto diverse, invece, le previsioni che già si cominciano a fare in vista del lunch game di domenica prossima, quando al "Franchi" arriverà la Roma. Con i settori della tribuna che si avviano verso il tutto esaurito, resta soprattutto la Maratona al momento il settore con più disponibilità. Ma già dalla prossima settimana, complice l'antipasto della Coppa Italia Primavera, la febbre per la sfida con i giallorossi è destinata a salire, assicurando comunque uno stadio "Franchi" degno delle gare più importanti.
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Ballottaggio Vargas-D'Agostino: i giornali si dividono
Anche stavolta Mihajlovic è riuscito a lasciare aperti i dubbi di formazione in vista del match di domenica a Verona. Per la sostituzione dello squalificato Donadel in mezzo al campo è ballottaggio tra Vargas (che giocherebbe da mezzala sinistra con Montolivo centrale) e D'Agostino, che giocherebbe davanti alla difesa con un tutore a protezione della mano operata. Noi ci siamo espressi già ieri sulle sensazioni captate dall'amichevole contro gli Allievi e propendiamo per Vargas ma i quotidiani in edicola stamattina si dividono. Il Giornale della Toscana prospetta l'impiego di D'Agostino titolare con Behrami e Montolivo ai suoi fianchi. Ipotesi 'calda' anche per Stadio che pone però l'interrogativo sul tutore e sul via-libera dell'arbitro De Marco; e vede comunque come seconda soluzione più probabile l'abbassamento di Santana e l'inserimento di Marchionni in attacco (anche se l'ex juventino ieri ha giocato da interno). Optano per Vargas, invece, gli altri tre quotidiani presi in esame: La Gazzetta, La Nazione e il Corriere Fiorentino.
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Qui Chievo: Pioli senza Fernandes, rilancia Moscardelli
Infermeria vuota. Unico indisponibile Fernandes, ma solo perché squalificato (per proteste al termine di Cesena-Chievo). Tutti gli altri sono a disposizione e Pioli sta pensando al miglior assetto possibile. Il problema è che in alcuni ruoli i più in forma sono giocatori che fino a poco tempo fa erano uno l'alternativa dell'altro. In difesa Frey, Sardo, Jokic, Mantovani, Mandelli e Cesar meriterebbero tutti di giocare dal primo minuto. A centrocampo Rigoni è una certezza, Guana era stato tra i più positivi prima del match con il Parma. Marcolini, Constant e Bogliacino sono tutti mancini e tutti molto tecnici. In attacco Pellissier è il punto fisso, la sua spalla ideale non è ancora stata individuata. Pioli ha puntato su Thereau nelle ultime tre gare, ma domenica con la Fiorentina dovrebbe rilanciare Moscardelli.
Le cifre relative all'attacco dicono che Pellissier è il miglior realizzatore con 9 reti in 2298 minuti giocati, Moscardelli insegue a quota 5 gol in 1412 minuti, Thereau è fermo a 2 gol in 1170 minuti. Pioli non è preoccupato dall'abbondanza, anzi. "Tutti gli allenatori vorrebbero avere questi problemi".
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Thereu: ''Viola da Europa, temo Gilardino e Mutu''
Queste le parole dell'attaccante del Chievo Cyril Thereu a pochi giorni dalla sfida contro la Fiorentina al Bentegodi: "Sono soddisfatto solo in parte di quello che ho fatto finora al Chievo, posso fare di più. Il punto conquistato con il Parma è stato importante perchè conquistato contro una diretta concorrente. Il nostro attacco ha segnato troppi pochi gol finora, comunque abbiamo 4 punti di vantaggio sulla retrocessione. La Fiorentina è una buona squadra, mi ricordo della gara di andata, hanno grande qualità in attacco con Gilardino e Mutu che dovremo cercare di fermare. I viola sono partiti con obiettivi diversi dalla salvezza, puntavano all'Europa anche se sono indietro in classifica".
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Cerci, Ljajic, Marchionni: un posto (in tribuna) per tre
Sono ancora un paio i dubbi di formazione per la Fiorentina in vista della trasferta di domenica a Verona col Chievo. Natali o Camporese in difesa e Vargas o D'Agostino in mediana al posto di Donadel, con i primi due favoriti. Per il resto Mihajlovic dovrebbe riproporre Boruc tra i pali, Comotto e Pasqual esterni difensivi con Gamberini al centro, Behrami e Montolivo a completare il centrocampo e Santana-Mutu-Gilardino trio offensivo. Un dubbio però rimane forte anche sulla composizione della panchina. A logica, oltre al secondo portiere Neto, dovrebbero trovare posto un paio di difensori (Camporese e De Silvestri), un centrocampista (D'Agostino o Vargas) e tre giocatori offensivi. In lizza ci sono però 4 giocatori, tra cui un attaccante 'puro' come Babacar e tre esterni/trequartisti come Marchionni, Cerci e Ljajic. Nelle ultime 4 partite è stato l'ex romanista a finire in tribuna in ben 3 occasioni. Stavolta a chi toccherà?
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Inno di Mameli su tutti i campi per i 150 anni d'Italia
Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, per assicurare la dovuta solennità e la massima partecipazione degli sportivi alle celebrazioni per i festeggiamenti del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, facendo seguito a quanto stabilito dal Consiglio dei Ministri del 18 febbraio scorso, ha deciso che, prima dell'inizio di tutte le manifestazioni sportive che si svolgeranno nei giorni 11, 12 e 13 marzo, venga suonato l'Inno d'Italia. Tale decisione è stata già comunicata alle Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate ed Enti di Promozione Sportiva per il seguito di competenza (www.coni.it).
Pellissier a VN: ''Il Chievo scelta di vita, ma Firenze...''
"Al Chievo a vita". Sono queste le parole di Sergio Pellissier, l'attaccante del Chievo che ogni anno pare destinato ad un'altra squadra e ogni anno rimane a Verona, segnando una caterva di gol. Adesso è a quota 9 e per uno come lui, uno che vuole stupire sempre, arrivare in doppia cifra rappresenta un traguardo importante. Speriamo però che ciò non avvenga con la Fiorentina, nella gara di domenica al "Bentegodi". Violanews.com ha contattato proprio in esclusiva Sergio Pellissier per capire cosa passa nella testa di un bomber così fedele e se è mai stato vicino ad indossare la maglia viola.
Iniziamo parlando della partita, cosa si aspetta dalla gara di domenica?
"Noi veniamo da una serie di partite dove siamo stati sfortunati in diversi episodi, potevamo fare molti più punti rispetto a quelli che realmente abbiamo in classifica, di solito non mi lamento mai ma il Chievo non è stato aiutato ultimamente, anzi... Per noi domenica è una partita molto importante, perderla sarebbe da... suicidio, cercheremo di dare il massimo. Vediamo che le avversarie vincono, dobbiamo stare attenti".
La Fiorentina non sembra l'avversario ideale.
"Oggi la Fiorentina sta bene a livello fisico e mentale, era già una formazione importante qualche mese fa, quando aveva però molti infortunati e si poteva pensare di poter vincere. Adesso sarà dura ma ci proveremo, poi con un Mutu di nuova in forma dovrò dire ai miei compagni di usare la massima concentrazione".
Fiorentina in Europa League, lei ci crede?
" (Ride) Premesso che io credo solo nella salvezza del Chievo dico che i viola potrebbero arrivare a questo obiettivo, la classifica attuale non rispecchia assolutamente i valori della Fiorentina. Domenica saranno pericolosi, loro vogliono vincere".
Lei è a quota 9 in classifica, sogna di arrivare in doppia cifra segnando proprio con la Fiorentina?
"Vivo per il gol, quindi spero che arrivi il prima possibile. L'importante però è vincere, fare gol è il mio mestiere ma non deve mai essere una ossessione".
Lei ha sempre segnato, ha mai pensato di poter davvero arrivare in una grande squadra?
"Forse qualche anno fa, c'erano diverse offerte ma io ho rifiutato".
Perché?
"Perché non mi piace guardare giocare a calcio, ma praticare lo sport. Vedere gli altri mi fa soffrire, ho bisogno di dare il mio contribuito e poi sono molto legato al Chievo, per questo ho fatto questa scelta di vita".
Però questo Pellissier avrebbe potuto ritagliarsi uno spazio importante a Firenze.
"Sì, ma spero nei miei numeri, nella mia forza, non posso sperare che qualcuno si faccia male, per avere più spazio. Qualcuno fa questo ragionamento, io non ci riesco. Per questo sono legato a vita al Chievo, perché qui ho avuto molte possibilità e continuo ad averle, contano su di me. E io conto esclusivamente sulla società, tifando per i miei compagni, non contro. Con questo voglio dire che Firenze è una città bellssima, è bello giocare in una squadra così amata dal pubblico: il calore del pubblico fiorentino è bellissimo. Ma diciamo che io ho trovato il mio Paradiso".
Ma dica la verità: non si è mai stancato di giocare per la salvezza?
"Nel Chievo è dura, c'è da soffrire di più ma nella vita quello che conta non sono i trofei, ma aver trasmesso qualcosa di importante ed essere ricordato. E allora preferisco essere ricordato come protagonista di 10 salvezze, che comprimario di una squadra che ha vinto tutto".
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Ds Chievo a VN: ''Questa Fiorentina fa paura''
Domenica alle 15 si gioca Chievo-Fiorentina: se da una parte i clivensi devono conquistare punti salvezza preziosi, dall'altra la Fiorentina proverà a vincere per cercare di fare un finale di campionato diverso da quello che tutti si aspettavano fino a poche giornate fa. Violanews.com ha intervistato il direttore sportivo del Chievo, Giovanni Sartori per un commento proprio sulla gara di domenica.
La Fiorentina è reduce da una buona prestazione con il Catania e soprattutto sembra stare meglio rispetto a qualche mese fa.
"Sta sicuramente meglio, tanti giocatori sono rientrati e infatti i risultati si sono visti. Direi che la Fiorentina è guarita, è in ascesa come squadra e con questo Mutu fa davvero paura".
Come affronterà questa gara il Chievo?
"Con il massimo rispetto e con la massima concentrazione, per noi è una partita molto importante e la stiamo preparando nei minimi dettagli. Mancano 10 giornate alla fine del campionato, sono tutte finali perché vogliamo raggiungere la salvezza. Così come sono tutte finali per la Fiorentina, il cui obiettivo non è certo la salvezza".
Cosa intende?
"I viola hanno capito che possono sfruttare il grande equilibrio di questo campionato, facendo un grande finale di campionato secondo me possono arrivare in Europa League".
Chiusura sulla Primavera: lei ha seguito a Livorno Fiorentina-Inter (finale del Torneo di Viareggio), risultato giusto?
"Risultato giusto, in effetti l'Inter ha meritato di vincere il torneo di Viareggio però Corvino merita comunque applausi per come ha saputo costruire il settore giovanile. La Fiorentina ha tanti talenti, magari ha una concezione diversa rispetto all'Inter che ha preso i migliori giovani e li ha messi insieme, quella è una squadra nata per vincere mentre la Fiorentina sta crescendo e si già tolta diverse soddisfazioni a livello giovanile. A livello di progetto, mi piace più quello della Fiorentina".
Simile poi al progetto-Chievo, per la serie A.
"Esatto, anche se in serie A è tutto più difficile".
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Qui Chievo: tutto sull'allenamento odierno
Allenamento pomeridiano a Peschiera. Il programma di mister Pioli e il suo staff: messe in azione, movimenti in fase di non possesso palla, azioni 10 contro 0 e, al posto della partitella finale, azioni offensive con partenza dalla rimessa laterale. Domani per la squadra ci sarà una seduta di rifinitura a porte chiuse.
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Le probabili formazioni delle squadre
CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino; N.Frey, Mandelli, Andreolli, Mantovani; Pulzetti, Rigoni, Constant; Bogliacino; Pellissier, Moscardelli. All. Pioli
FIORENTINA (4-3-1-2): Boruc; Comotto, Gamberini, Natali, Pasqual; Behrami, D'Agostino, Montolivo; Santana; Gilardino, Mutu. All. Mihajlovic
QUI CHIEVO - Pioli alle prese con la squalifica di Gelson Fernandes: Pulzetti e Guana si giocano una maglia. Moscardelli dovrebbe far coppia con Pellissier anche se sono in netto rialzo le quotazioni di Uribe, che ha ben impressionato in allenamento.
Squalificati: Fernandes
Indisponibili: -
QUI FIORENTINA - Da valutare le condizioni di D'Agostino, che ha recuperato in tempi rapidissimi dalla frattura alla mano e potrebbe scendere in campo dal 1', vista la squalifica di Donadel. Da decidere anche l'utilizzo di Vargas. In avanti Santana trequartista puro ad ispirare il duo Mutu-Gilardino.
Squalificati: Donadel
Indisponibili: Kroldrup, Jovetic, Frey
Fiorentina-Hellas, i viola di casa a Verona. E gli ex...
A Verona, sarà come un derby. Più di un derby. In campo e sugli spalti. Da una parte ci saranno Alberto Gilardino, Adrian Mutu e Valon Behrami, tre simboli della Fiorentina di oggi che a Verona sono cresciuti, ma con la maglia dell'Hellas. Dall'altra invece ci saranno i tifosi, fiorentini e veronesi, gemellati da tempo nonostante le disgrazie di un club scivolato fino in Lega Pro. Sugli spalti del Bentegodi, a dare man forte al migliaio scarso di tifosi viola che arriveranno da tutta Italia, ci saranno anche loro, gli amici veronesi, infastiditi tra l'altro per la decisione del Chievo di adottare colori e simbolo - la Scala degli Scaligeri - tradizionalmente appartenuti all'Hellas, antico club nato nel 1903. Sarà una partita nella partita e non mancherà nessuno. Da Firenze ne arriveranno oltre 600, nonostante i costi importanti dei tagliandi riservati ai tifosi ospiti e alle difficoltà di acquisto degli stessi. A loro si uniranno coloro che invece arriveranno dal Nord Italia e insieme agli amici gialloblù proveranno a trascinare la squadra verso un sogno chiamato Europa.
SOGNI E RICORDI - Strappare tre punti, cercare di ripetere il successo conquistato nella gara d'andata, al Franchi, quando a decidere fu Alessio Cerci, al suo primo gol in serie A, significherebbe intanto raggiungere quota 40 punti, ma soprattutto compiere un passo importante verso un traguardo fino a qualche settimana fa assolutamente impensabile. In campo, toccherà ai tre alfieri viola arrivati giovanissimi in terra scaligera e che da lì hanno spiccato il volo. E' la storia di Adrian Mutu. Ceduto in comproprietà nel 2000 dall'Inter, realizza nella sua prima stagione in gialloblù quattro gol decisivi in chiave salvezza, contro Lazio, Napoli e Bari (doppietta). I primi ad apprezzarne classe e fantasia sono proprio i tifosi dell'Hellas che con lui in campo tornano finalmente a sognare. La realtà, però, fin da subito, pare più dura di ogni aspettativa: Mutu, il campionato successivo, segna 12 gol, ma ciò non basta ad evitare al Verona la retrocessione in serie B. Quell'anno c'era pure un giovanissimo Alberto Gilardino: in due anni mette insieme 39 presenze e 5 reti, facendo intravedere, non ancora ventenne, le potenzialità di un campione in fase di divenire. E' tuttavia costretto a chiudere anticipatamente la sua stagione a causa di un pericoloso incidente automobilistico (28 aprile 2001) nel quale riporta la frattura dello sterno.
UN ANNO PER CONVINCERE - Valon Behrami, invece, il centrocampista arrivato a Firenze nel mercato di gennaio e fino ad oggi sempre impiegato da Sinisa Mihajlovic - sempre titolare, tranne che nella sua prima partita in viola, contro la Lazio, due giorni dopo il suo trasferimento dal West Ham -, a Verona ha giocato soltanto un anno. Era la stagione 2004/05, nel campionato di serie B. In 33 presenze realizza addirittura tre reti, le prime dal suo ingresso tra i professionisti del calcio. E' grazie alle prestazioni messe insieme con la maglia gialloblù, alla sua corsa continua, alla sua presenza costante, che sul centrocampista svizzero si accendono i riflettori del mercato, con il Genoa e poi la Lazio pronte ad aggiudicarsi il suo cartellino.
RISCATTO - Domani toccherà a loro fare la differenza. Alla premiata ditta del gol Gilardino-Mutu, 97 gol in due in campionato con la maglia della Fiorentina, e pure a Behrami, la garanzia in mezzo al campo. Sugli spalti, a trascinare la squadra ci penseranno i tifosi. Perché quello contro il Chievo, in fondo, è davvero più di un derby. In palio c'è l'Europa.
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Chievo-Fiorentina, gli schieramenti tattici
Ecco come il Corriere dello Sport vede in campo le due squadre
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Se si ferma Pellissier l'attacco va in crisi
È difficile vincere delle partite se non riesci più a segnare, o perlomeno se non riesci più a segnare con una certa facilità. Il Chievo non vince da 5 giornate e proprio nel corso di queste 5 giornate ha segnato solo 3 reti (Cesar contro la Lazio, Thereu contro il Cagliari e Fernandes contro il Milan), un valore così modesto che lo pone al di sopra soltanto del fanalino di coda del torneo, il Bari.
Per rendere un po' meno amaro il sapore di questa astinenza, va sottolineato come, in questo momento, a far compagnia al Chievo, ci siano tre grandi del campionato che portano il nome di Juventus (senza rete da 330'), Palermo (312') e Napoli (245').
La squadra di Pioli appare sempre più Pellissier-dipendente ed appena il valdostano perde di vista la porta ne risente l'intero assetto gialloblù. Il capocannoniere scaligero si è fermato ad un passo dalla doppia cifra, non segna quindi da sei turni, e tra i primi 20 della classifica cannonieri è quello col periodo d'astinenza più lungo.
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A Verona sfida fra consiglieri comunali
Sfida calcistica fra amministratori del Comune di Firenze e quelli di Verona, guidati dai due sindaci Matteo Renzi e Flavio Tosi. La partita si svolgerà domani poco prima di Chievo-Fiorentina.
Dopo la vittoria nel match disputato a Parma e nel trofeo Alessia Ballini a Coverciano, la squadra di Palazzo Vecchio guidata da Enrico Bertini, torna in campo per una sfida storica che si ripropone dopo qualche anno di assenza. Della squadra degli amministratori fiorentini (che scenderà in campo con la divisa viola della Fiorentina) fanno parte, oltre al sindaco, assessori, consiglieri comunali e di Quartiere. Dopo Verona sono già in calendario sfide con Cesena, Bologna e Brescia in concomitanza con le partite di campionato della Fiorentina.
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Luciano: ''Aiuterò il Chievo a tenersi stretta la A''
«Sono mancato al Chievo ma vi assicuro che anche il Chievo è mancato a me» . La Freccianera riguadagna il binario. Dopo cinque mesi tra infermeria e allenamenti differenziati, finalmente, la prima settimana di lavoro in gruppo. Dov'eravamo rimasti? Racconta Luciano: «A quel 20 settembre, il Chievo primo in classifica, ospite al Bentegodi il Brescia. Tento un allungo e...» . E arriva la fitta, lo stop, lesione al retto femorale della gamba destra. «Paura? No, mai. Ho sempre saputo che sarei tornato a giocare, mi auguro sui livelli di prima. Poi, che l'allenatore mi convochi o no, io sono già contento. Da martedì sono ufficialmente arruolabile e spero di aiutare il Chievo a raggiungere la salvezza: se ci riusciamo, il prossimo sarà il nostro decimo torneo in serie A» . E' una piccola festa, per il centrocampo gialloblù. Luciano, 35 anni, il giocatore con la militanza più lunga (in riva all'Adige dal 2000 con una parentesi di sei mesi all'Inter nel 2003) rappresenta passato, presente e futuro: perché, dice sorridendo, questo pausa forzata mi ha permesso di riposare e adesso sono pronto per affrontare almeno altri due o tre campionati» . Al massimo, contro la Fiorentina, domani, «Lucio» partirà dalla panchina. Rischiarlo dal primo minuto sarebbe, probabilmente, un azzardo. Ecco perché Stefano Pioli, con Fernandes squalificato, sceglierà, nel ruolo di mezz'ala destra, uno tra Guana e Pulzetti, almeno nell'undici titolare. Ma questo è un altro discorso. Il tecnico parmigiano è felice di riabbracciare un tassello fondamentale del proprio scacchiere: «Luciano è un elemento con caratteristiche uniche, in questa squadra, e la sua corsa, le sue accelerazioni, la sua capacità di puntare l'uomo lo rendono davvero prezioso. Se lo manderò in campo? Chiedete a lui -replica scherzando Pioli -Io posso solo dire che fin qui è stata una buonissima settimana: ovviamente ha bisogno di annusare il campo e di respirare di nuovo il clima della partita. Procederemo per gradi. Ma sono certo che ci sarà molto utile in questo finale di stagione» . L'ultimo stop più lungo, per Luciano, ammontava a cinque mesi e mezzo. Stavolta, a sostituirlo è stato lo svizzero Fernandes. «E direi che si è comportato alla grande. Dopo la prima gara, in cui era inevitabilmente un po' spaesato, è cresciuto costantemente, calandosi a pieno nel ruolo» , confida l'esterno carioca. Dunque, la Fiorentina. «Squadra che attraversa un buon momento, Mutu è tornato a segnare, la classifica sorride e basta loro un successo per toccare quota 40. Penso però che il Chievo visto contro il Parma sia pronto per replicare colpo su colpo. Il pareggio di domenica scorsa è frutto di una prestazione comunque confortante sul piano dell'intensità: non va buttato via, anzi, ha fruttato un buon punto per la nostra classifica» . Che pomeriggio sarà? «Lucio» alza lo sguardo fiero: «Un pomeriggio di battaglia. E, per me, in ogni caso, una grande rivincita» .
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D'Agostino o Vargas? Miha non svela, ma...
Fa pretattica Sinisa Mihajlovic che in sala stampa non ha voluto sciogliere il dubbio legato alla sostituzione di Donadel in mezzo al campo. D'Agostino col tutore a protezione della mano operata o Vargas mezzala con Montolivo davanti alla difesa? Il dubbio resta anche se le sensazioni portano più al peruviano che non all'ex Udinese, come del resto vi avevamo raccontato già nei giorni scorsi. Il tecnico della Fiorentina ha dato degli indizi in questo senso sottolineando la necessità di schierare giocatori "di gamba" in un campo disastrato come quello del Bentegodi. Se a questo aggiungiamo i maggiori rischi di cadute e quindi di nuovi colpi alla mano di D'Agostino, ecco che il favorito ad una maglia da titolare non può che essere Vargas. Il peruviano non gioca una partita da titolare dall'11 dicembre 2010 (Udinese-Fiorentina).
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Fiorentina, i 21 convocati per il Chievo
Sono 21 i convocati dal tecnico Sinisa Mihajlovic per la gara contro il Chievo.
Ecco la lista in ordine alfabetico:
Avramovi, Babacar, Behrami, Boruc, Camporese, Cerci, Comotto, D'Agostino, De Silvestri, Gamberini, Gilardino, Gulan, Ljajic, Marchionni, Montolivo, Mutu, Natali, Neto, Pasqual, Santana e Vargas.
Infortunati: Frey, Jovetic e Kroldrup.
Pioli : ''Dovremo essere attenti''. I convocati
Dopo il punto con il Parma c'è voglia di dare continuità ai risultati qui al Chievo, anche se l'impegno da affrontare non è dei più semplici. "Il tasso tecnico della Fiorentina è molto alto", dice Pioli "e quando ti trovi davanti a dei campioni devi rispondere con una prestazione decisa e attenta". Pronostico? "Non lo so, posso solo dire che vogliamo portare a casa un risultato positivo, per fare un bel passo avanti verso il nostro obiettivo". La buona notizia è che Luciano torna a far parte della lista dei convocati, che sono 21.
Portieri: Squizzi, Sorrentino, Silvestri
Difensori: Andreolli, Frey, Jokic, Mantovani, Mandelli, Sardo, Cesar
Centrocampisti: Guana, Constant, Pulzetti, Rigoni, Bogliacino, Marcolini, Luciano
Attaccanti: Pellissier, Moscardelli, Thereau, Uribe
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Sartori: ''La Fiorentina mi fa paura''
In vista di Chievo-Fiorentina è intervenuto a calcionews24.com il direttore sportivo dei clivensi Giovanni Sartori che ha rilasciato queste dichiarazioni: "La Fiorentina mi fa paura, è una squadra che ha tutto per arrivare in Europa League e quindi può essere molto pericolosa". Sul momento del Chievo Sartori dice: "Noi siamo pronti, sappiamo che queste ultimi 10 gare saranno fondamentali, ci giochiamo tutto ma come ho detto siamo pronti. Il Chievo è abituato a lottare per un obiettivo fino alla fine, di questo non siamo assolutamente preoccupati: vogliamo giocare alla grande contro la Fiorentina per far capire a tutti che stiamo bene, mentalmente e fisicamente". Infine un commento sulla sfida a distanza su Pellissier e Gilardino: "Sono due grandi attaccanti – commenta Sartori – noi ci teniamo stretto Pellissier, un professionista unico e siamo onorati che lui abbia ancora le motivazioni giocando nel Chievo. Ha ormai definitivamente sposato il nostro progetto, insieme dobbiamo fare ancora grandi cose".
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F. Cossato: ''Che giocatore Santana. Lasciate in pace Gila''
Federico Cossato, una colonna del Chievo parla a Radio Blu dei momenti della sua squadra: "Ho vissuto la bella storia del Chievo, adesso è in una zona un po' calda ma ha tutte le qualità per venirne fuori. La forza del Chievo è l'organizzazione del gioco, non ci sono grossi giocatori come sono quelli della Fiorentina, ma il gruppo fa il resto. I viola potevano fare di più ma Mihajlovic ha avuto tante assenze, ho seguito la Fiorentina perché mio fratello ha giocato lì e Santana è un amico. Nell'uno contro uno è impressionante, se sta bene può dire la sua contro qualsiasi difensore. Non è facile giocare a Firenze, il pubblico è esigente ma giocare a Firenze per un giocatore è il massimo. Gilardino? E' un grosso giocatore, per lui parlano i numeri anche se a Firenze vogliono tutti Batistuta... giocare con la pressione addosso non è facile".
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Chievo: le ultime sulla formazione
Pioli è orientato a riproporre la difesa a 3, con Andreolli, Mantovani e Cesar. A centrocampo, in mezzo, uno tra Guana e Marcolini farà coppia con Rigoni. In avanti solito ballottaggio tra Moscardelli e Thereau per affiancare capitan Pellissier.
Ecco la probabile formazione:
CHIEVO (3-4-1-2): Sorrentino; Andreolli, Cesar, Mantovani; Sardo, Rigoni, Guana, Jokic; Bogliacino; Pellissier, Moscardelli. A disposizione: Squizzi, Mandelli, Frey, Constant, Marcolini, Thereau, Uribe.
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Chievo-Fiorentina, dove seguirla
Come seguire Chievo-Fiorentina? Di seguito proponiamo tutti i modi.
Internet: diretta testuale Violanews.com
Radio: Radio Blu (telecronaca di David Guetta)
Tv :
Sky
Canale: Sky Calcio 5
Telecronaca: Daniele Barone
Commento Tecnico: Giancarlo Marocchi
Bordocampo: Federica Masolin e Michele Gallerani
Mediaset Premium
Canale: Premium Calcio 3
Telecronaca: Simone Malagutti
Commento Tecnico: Giancarlo Camolese
Bordocampo: Marco Francioso
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Pioli, il difensore che amava studiare
Giocava nella Fiorentina e studiava, non a Coverciano, ma sul campo. Durante la settimana guardava e ascoltava l'allenatore, la sua scuola è stata quella. Arrivò in viola nell'89, in coppia con Volpecina, In porta, Landucci, e davanti a lui Pin, Dell'Oglio, Dunga, Dertycia, Di Chiara e Roberto Baggio, riaffiorato da poco nel calcio dopo anni e anni sabbatici. Allenatori? Prima Bruno Giorgi e poi, dopo il siluro, Graziani, seguìto da Lazaroni, Radice, Agroppi l'aggiunta di Chiarugi e Antognoni, e infine Ranieri, con Toldo in porta, Carnasciali e Luppi, Marcio Santos e compagnia bella, Rui Costa e Baiano. In tutto, 124 presenze, un gol, a Cremona, due a uno per i viola, reti d Nappi, Chiorri e quella conclusiva appunto sua. Ora eccolo alla guida del Chievo. Aveva cominciato nella Salernitana, poi Modena, Parma, Grosseto, Piacenza, Sassuolo. Con il Chievo sta attraversando ora un momento che i tecnici definiscono delicato. I non tecnici parlano di tre sconfitte di fila e un pareggio. Contro la Fiorentina, Pioli chiede ai suoi una scossa, nel senso che se la diano.
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vedere la partita dal vivo http://www.sportp2p.com/it/football/ac-chievo-verona-ac-fiorentina-14786.html (http://www.sportp2p.com/it/football/ac-chievo-verona-ac-fiorentina-14786.html)
Tre punti per vedere l'Europa
C'è l'Europa League nel mirino. Un obiettivo lontano, lontanissimo — per dirla con i dirigenti e con l'allenatore viola —, ma la voglia di crederci e di puntare così in alto c'è. Ed è viva.
Anche per questo, ovvio, la Fiorentina si presenta oggi a casa del Chievo (fischio d'inizio alle ore 15) con le motivazioni giuste per puntare solo a un risultato: la vittoria.
Ci crede Mihajlovic, ci credono i giocatori e ci crede soprattutto Andrea Della Valle che ieri (come venerdì) è rimasto accanto alla squadra per tastarne l'umore, per sprornarla, far capire a tutti che è davvero arrivato il momento di puntare a un'impresa quasi impossibile. Ma da Fiorentina.
Di 'miracoli' — ha ricordato ADV —, la formazione viola ne ha fatti tanti nel recente passato. E quasi tutti hanno avuto come effetto il timbro dell'Europa sul passaporto viola.
Certo, la strada da percorrere rimane ancora tanta e quasi tutta in salita. Ci sono punti da rimontare, avversari da riagganciare e da sistemare alle spalle, ma i numeri dicono che la Fiorentina può farcela. O almeno ha il dovere di provarci. A cominciare dalla partita con il Chievo.
No, nessuno (tantomeno Mihajlovic) ha deciso di sottovalutare le caratteristiche della squadra di Pioli e soprattutto le necessità dei gialloblù che puntano a chiamarsi fuori in fretta dalla palude che può costare lo scivolone in serie B. Rispetto per il chievo, dunque, ma anche la consapevolezza che la Fiorentina si sta ritrovando e rialzando dopo una stagione (fino ad oggi) troppo complicata.
E allora ecco la voglia di Mutu e Gilardino che — di nuovo in sintonia — potrebbero concedere il bis della partita di domenica scorsa e confermarsi coppia da gol vincente e spietata. Appunto da palcoscenico europeo.
Gila e Mutu, ma non solo loro. Piace, ad esempio, il dubbio che Miha vuole portarsi dietro fino all'ultimo momento, sull'impiego di uno fra Vargas e D'Agostino, entrambi reduci da problemi fisici, ma entrambi vogliosi di rituffarsi nell'avbentura viola con il piedi giusto. E di essere protagonisti.
Toccherà a loro (magari con una staffetta fra il primo e il secondo tempo) occupare il posto lasciato libero dallo squalificato Donadel, mentre Santana e Behrami sono altre due certezze sulle quali la Fiorentina può costruire l'impresa di vincere questa partita. Infine Montolivo, capitano e leader del gruppo viola, dato per sicuro partente al prossimo mercato estivo. Non è sbagliato credere che Montolivo sarebbe davvero più felice (e forse avrebbe anche qualche ripensamento) se a fine maggio la Fiorentina fosse davvero in Europa League. Il sogno, insomma, è motivazione e Firenze (vedi la battuta di Miha) ha sempre creduto nei sogni.
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Patto per l'Europa
Provarci, almeno. Non dare già tutto per scontato. Crederci, anche. Questo ha chiesto Mihajlovic ai suoi giocatori. L'Europa è un punto lontano, forse irraggiungibile, però fino a quando c'è un motivo per andare avanti la Fiorentina non può mollare. E poi da qui alla fine ci sono anche tante domande in attesa di risposte. Il tecnico si gioca la riconferma, Mutu anche. Gilardino e Montolivo forse cercano spazio altrove, ma di sicuro vogliono tenersi stretta la Nazionale. Pure Vargas vuole rifarsi dopo un avvio non certo entusiasmante. Mercato, ambizioni, obiettivi: in poco più di due mesi il gruppo viola si gioca tutto e scommettere su se stessi è l'unica via d'uscita. «Mancano dieci partite alla fine — ha detto il tecnico — e stiamo crescendo. Potremmo anche salire, ma non dobbiamo lasciarci andare». Giusto, anche perché altrimenti questo finale di stagione non avrebbe più senso. Ora tocca a loro, al gruppo che Mihajlovic ha sempre difeso, ai campioni che finora si sono mossi con passo lento. Tocca a loro dare una sterzata al campionato, spingere forte in queste dieci partite, provare a trascinare in Europa una squadra abbandonata anche dall'entusiasmo della gente. «I conti li facciamo alla fine» ha detto ancora Mihajlovic. Li ha guardati in faccia e ha parlato chiaro. «Io sono come questa città, non mi accontento mai. Ognuno di noi da qui alla fine dovrà dare il massimo». Tocca a Mutu e Gilardino, a Montolivo e Vargas, a D'Agostino e Santana e anche a tutti gli altri. Un patto per stringere in mano l'Europa. Sarebbe un successo straordinario, una vittoria su tutto e tutti. Sulle critiche, soprattutto. Ma non solo su quelle. Sarebbe la rivincita di un gruppo che in estate sognava la Champions e poi si è trovato all'improvviso in mezzo al niente. «Dopo Bari sembrava tutto finito, poi con la vittoria sul Catania si è tornati a parlare di Europa League. Nel calcio non esistono vie di mezzo» ha detto ancora Mihajlovic. La partita di oggi sarà la prima verifica. O forse sarebbe più corretto dire l'ennesima verifica, dipende dai punti di vista. La Fiorentina adesso ha bisogno di continuità, contro il Chievo servono tre punti altrimenti quel sogno rischia di sgonfiarsi prima della fine. Ma questa è sfida tosta, delicata. Il terreno di gioco è bruttino, in più oggi si prevede pioggia. Senza considerare che il Chievo non è una squadretta, anzi. «Per vincere dobbiamo essere determinati e correre quanto loro». La differenza la faranno i campioni. «Tecnicamente siamo migliori ma non dobbiamo sbagliare atteggiamento». Appunto. Ci vogliono testa, attenzione e concentrazione. E un gioco più fluido, sulla scia di quanto abbiamo visto contro il Catania. Serve una conferma, per la classifica e per se stessi. «Se riusciamo a mantenere questa concentrazione, cattiveria, voglia di mettersi in gioco possiamo sicuramente recuperare ». Sinisa è sicuro, la Fiorentina può farcela. Contro il Chievo solo un dubbio, a centrocampo. Donadel è squalificato, quindi serve un sostituto. Dovrebbe essere D'Agostino, che però per giocare ha bisogno di un tutore alla mano infortunata. L'ultima parola spetta all'arbitro, sarà lui a decidere se può giocare. Se è tutto a posto Mihajlovic ha già scelto. Altrimenti tocca a Vargas. «Non è ancora al cento per cento ma stiamo lavorando per impostarlo come interno sinistro di centrocampo — ha spiegato il tecnico — Anche in questo ruolo può fare bene». Vedremo chi andrà in campo, gli altri sono sempre gli stessi. La squadra adesso ha un suo equilibrio tattico e cambiare non ha senso. «Sarà una battaglia perché loro sono una squadra molto ben organizzata » ha detto ancora Mihajlovic. Vincere è l'unica possibilità per saldare quel patto e continuare a crederci.
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Variabile Vargas a centrocampo. In difesa mistero Camporese
La Fiorentina è attesa all'ennesimo tentativo di confermarsi all'interno di una stagione discontinua. L'avversario, il Chievo, presenta diverse insidie accentuate dall'atteggiamento poco soddisfacente della squadra viola in trasferta. Non solo. Il Chievo in casa quest'anno può vantare vittime illustri come Inter e Napoli. Mihajlovic ha presentato la sfida parlando di battaglia, ma stando alle motivazioni difficile pensare che i viola possano averne di più della squadra di Pioli, visto che i due punti conquistati nelle ultime 5 gare hanno riavvicinato i gialloblu alla zona pericolo dopo buona parte di campionato giocata con la tranquillità di chi non sembrava dover rischiare più di tanto.
Mutu-Gila: La coppia si è ritrovata? Per la Fiorentina sarebbe un passo avanti ma c'è da fidarsi della gara col Catania e, soprattutto, di Mutu? In settimana gli attestati di stima si sono sprecati ma il bilancio resta in rosso. A lui il compito di confermarsi. E trasformare l'attacco viola garantendo gol e qualità.
Vargas: Se davvero Mihajlovic deciderà di utilizzarlo da terzo centrocampista a sinistra (dipende dalle condizioni di D'Agostino), Vargas in questa posizione sarebbe la novità tattica più interessante della stagione. E se il peruviano si adatterà al ruolo permetterà al centrocampo della Fiorentina di fare un deciso salto di qualità acquistando forza, intraprendenza. Una scommessa da giocare, con Montolivo che tornerebbe vertice basso del centrocampo davanti alla difesa e Behrami che, da interno destro, ha già dato ampie garanzie.
Camporese: Atteggiamento curioso quello adottato da Mihajlovic su di lui. A parole tanti elogi ma dalla gara con l'Inter nessuna presenza da titolare. Nelle ultime partite la Fiorrentina si è presentata con Camporese a giocare il torneo di Viareggio e Natali in campo. Si fatica a capire le dinamiche di questa gestione e quanto questo possa aiutare Camporese a crescere.
Crisi: Tatticamente, se alla fine giocherà Bogliacino, sarà lui che si posizionerà fra le linee creando imprevedibilità e appoggiando Pellissier e Moscardelli.
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Chievo, una lunga discesa nata dopo il ko di Firenze
Quando il 7 novembre scorso si giocò la partita d'andata la Fiorentina stava peggio e il Chievo stava meglio. I veneti si presentarono al Franchi in piena zona Europa League: sesti in classifica dopo un fantastico inizio di campionato, impreziosito da due vittorie sui campi del Genoa e del Napoli. Tutti si chiedevano, una volta di più, quali fossero i segreti del ripetersi del miracolo di una società che, pur avendo un monte stipendi oscillante intorno ai 13 milioni (il penultimo, solo il Cesena paga meno i suoi calciatori), ha fatto della Serie A la sua residenza abituale, senza dover neppure consumare molte energie nella lotta per non retrocedere. E senza avere particolari maghi o profeti in panchina. Esauritasi la saga Delneri, il bravo presidente Campedelli si è sempre affidato ad allenatori di buono, ma non eccellente livello, tecnici che volte hanno fatto storcere il naso a una tifoseria tanto numericamente limitata quanto tranquilla. Anche quest'anno l'arrivo di Pioli, con il suo onesto ma un po' opaco curriculum, non aveva suscitato grandi entusiasmi. Eppure, anche quest'anno l'erede di Di Carlo aveva cominciato molto bene. Corsa, pressing bene organizzato e ritmi di gioco piuttosto elevati le caratteristiche di una squadra che per buona parte del campionato ha vissuto sulle brillanti prestazioni di stranieri più o meno giovani pescati sul mercato internazionale a prezzi ragionevoli dall'ottimo ds Sartori: il difensore sloveno Cesar, il centrocampista svizzero Fernandes, l'altro centrocampista francese Constant e l'attaccante francese Thereau. Ma fu proprio quella partita giocata al Franchi ai primi di novembre a segnalare i primi scompensi di una macchina — un'utilitaria, certo— fino a quel momento pressoché perfetta. Quel giorno la Fiorentina vinse, con grande sofferenza, per 1-0, con un gol segnato a dieci minuti dalla fine. Ma quel giorno, per la prima volta nella stagione, il Chievo, contro un avversario in chiara difficoltà, rinunciò chissà perché a giocare, disputando una partita di puro contenimento. Un cambio di atteggiamento inspiegabile che portò a una sconfitta con conseguenze importanti sull'autostima generale. Da allora il campionato del Chievo è cambiato, si è rivista una squadra impostata molto all'italiana, nel senso più negativo del termine, che è via via scivolata in classifica fino a ritrovarsi oggi se non proprio in piena zona retrocessione, per lo meno ai suoi confini. I numeri dicono ancora di una squadra abbastanza aggressiva, veloce nel far circolare la palla e rapida nell'arrivare al tiro. Ma si tratta di medie che tengono conto dell'ottima prima parte di stagione. Oggi il Chievo suona una musica diversa. Intanto Pioli è scivolato da un 4-4-2 di delneriana memoria, prima a un banale rombo e poi, da domenica scorsa contro il Parma, addirittura a un 3-4-1-2 più che prudente. I nuovi stranieri che all'inizio davano entusiasmo a tutto l'ambiente si sono abbastanza spenti: il più promettente, Costant, ha avuto anche guai privati che lo hanno messo un po' ai margini della squadra; il più efficace, Fernandes, passa da una squalifica all'altra, anche oggi non ci sarà. E si è così tornati al modulo più semplice: lancio lungo e Pellissier pensaci tu. Anche perché giocare palla a terra al Bentegodi, è impossibile Nelle ultime quattro partite, il Chievo ha conquistato un solo punto. Già nella gara d'andata la Fiorentina alla fine ce l'aveva fatta allargando molto il gioco. Furono determinanti gli ingressi di Vargas e Cerci, che segnò anche il gol vittoria. A maggior ragione adesso che il Chievo potrebbe giocare con la difesa a tre sarà determinante riuscire ad allargare i centrali per costringerli all'uno contro uno e aprire varchi agli inserimenti di Mutu, e Montolivo. L'impresa della riconquista dell'Europa passa necessariamente per una vittoria a Verona.
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Chievo-Fiorentina, gli schieramenti tattici
Ecco come il Corriere dello Sport-Stadio vede in campo le due formazioni al Bentegodi
(https://acffiorentina.eu/proxy.php?request=http%3A%2F%2Fwww.violanews.com%2Fpublic%2Fchiefio2011.jpg&hash=4c8ad275ee0c1960d465d3a72f40c04b2bea5b38)
Mille tifosi per spingere la squadra verso l'Europa
Mille tifosi per spingere la squadra verso l'Europa. Per non vedere tramontare il sogno a lungo rincorso proprio adesso, a pochi passi dalla méta. Nonostante tutto - in particolare l'elevato costo del biglietto - i tifosi viola che partiranno da Firenze per assistere alla gara contro il Chievo Verona saranno almeno 600. Gli altri, si aggregheranno strada facendo, in particolare quelli provenienti dal nord Italia. Non mancherà nessuno. Ci saranno pure i sostenitori dell'Hellas, da sempre gemellati con i viola e presenti ogni volta pure al Franchi. Di sicuro ci sarà una delegazione, visto l'impegno del Verona contro l'Alessandria, ma date le difficoltà per i gialloblù di raggiungere il Piemonte per le restrizionilegateall'acquisto dei tagliandi (ieri sera è scaduto il termine ultimo), non è escluso che alla fine al Bentegodi possa essercene una rappresentanza decisamente folta, anche un centinaio di unità.
http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74332 (http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74332)
Vargas: il jolly che è mancato
Con ogni probabilità oggi nella sfida del Bentegodi contro il Chievo Juan Manuel Vargas giocherà mezz'ala sinistra nel centrocampo a tre andando a ricoprire quello che sembra il ruolo più adatto a lui nel 4-3-3 di Sinisa Mihajlovic. Quello di oggi sarà un centrocampo che punterà sulla fantasia di Montolivo e sugli inserimenti di Behrami e dell'esterno peruviano. Il ruolo di interno di centrocampo andrà ad integrare quella che negli ultimi anni è stata una caratteristica di Vargas, ovvero la duttilità. Il peruviano è stato impiegato da Prandelli prima terzino e poi esterno alto a sinistra, dove a saputo rendere il massimo e affermarsi come il Vargas che conosciamo; ora la Fiorentina ha bisogno di lui in quel ruolo, ha bisogno dei suoi tiri ed i suoi cross che sono mancati decisamente in questa stagione. Ora che la Fiorentina vede il miraggio chiamato Europa serve più che mai il contributo di un giocatore che alla stregua dei vari Mutu, Montolivo e Gilardino può dare una marcia in più alla compagine viola per un rush finale che potrebbe rivelarsi sorprendente.
http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74344 (http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74344)
Meteo Viola: giornataccia a Verona
Come previsto sarà un clima inospitale ad accogliere i viola in quel di Verona; infatti la massima prevista per il pomeriggio è di 9 gradi con copiose piogge che si abbatteranno sul già precario manto erboso del Bentegodi. Previste anche raffiche di vento con un tasso di umidità intorno al 93%.
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Qui Chievo: difesa a tre e muscoli a centrocampo
Pioli sceglie ancora la difesa a 3 con Jokic che gioca in mezzo al campo. Sulle fasce ci sono Pulzetti e Sardo. Andreolli favorito su Frey in difesa. Nel mezzo al campo l'ex viola punta sui muscoli di Marcolini e Rigoni. In avanti Pellissier ancora affiancato da Thereau, con Moscardelli in panchina. Questa in difinitiva la probabile formazione del Chievo: (3-5-2): Sorrentino; Andreolli, Cesar, Mantovani; Sardo, Rigoni, Jokic, Marcolini, Pulzetti; Thereau, Pellissier. All. Pioli
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Chievo Verona: Sorrentino - Andreolli, Cesar, Jokic, Mantovani - Sardo, Marcolini, Rigoni, Pulzetti (55' Luciano-69' Uribe) - Pellissier, Thereau. A disp.: Squizzi, Mandelli, Luciano, Guana, Constant, Moscardelli, Uribe. All. Stefano Pioli
Fiorentina: Boruc - De Silvestri (92' Comotto), Natali, Gamberini, Pasqual - Behrami, Montolivo, Vargas (75' Marchionni) - Santana, Mutu, Gilardino (87' Babacar). A disp.: Neto, Camporese, Comotto, Marchionni, D'Agostino, Cerci, Babacar. All. Sinisa Mihajlovic
Arbitro: De Marco (Chiavari)
Reti: 48' Vargas
Ammoniti: Mantovani, Moscardelli, Pellissier, Andreolli, Cesar - Gilardino.
Spettatori: 15.000
Tre i punti importanti per la corsa EL. -2 dalla Juve. Adesso contro la Roma. Forza Viola!!!
I numeri della gara
10 TIRI TOTALI 19
0 GOL 1
0 + 5 TIRI RESPINTI + PARATI 6 + 6
5 TIRI FUORI 5
0 PALI / TRAVERSE 1
4 AMMONIZIONI 1
0 ESPULSIONI 0
6 CALCI D'ANGOLO 3
5 FUORIGIOCO 3
16 FALLI COMMESSI 13
46% POSSESSO PALLA 54%
10 RIMESSE LATERALI 14
17 CROSS TENTATI 10
51% TERRITORIALITA' 49%
5 RETRO PASSAGGI (Portiere) 6
333 PASSAGGI 403
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Le pagelle: Vargas riapre la corsa all'Europa. Boruc salva
BORUC 6,5: Mai impegnato nel primo tempo, diventa invece protagonista quando il Chievo si butta in avanti a caccia del pari. Grande riflesso di piede sul tiro debole ma ravvicinato di Moscardelli. Ben piazzato anche su Uribe, qualche brivido sul tiro di Moscardelli che gli rimbalza davanti. Salva il risultato al 94' su Andreolli.
DE SILVESTRI 6: Preferito a Comotto, ritrova una maglia da titolare sfoggiando una discreta brillantezza atletica. Grande spunto in velocità dopo 10' con assist per Santana. Non altrettanto preciso nel proseguio del match. Dal 92' COMOTTO sv
GAMBERINI 6: Attento e concentrato, concede pochissimo a Pellissier. Grande intervento in scivolata a chiudere proprio sul bomber gialloblu nel primo tempo. Qualche grattacapo glielo crea Uribe nel finale.
NATALI 6: Gioca semplice ed è sempre nella posizione migliore. Concede una sola palla a Thereau che per fortuna manda alto. Nessun problema anche con Moscardelli, ma Uribe riesce a saltarlo in area concludendo poi centrale.
PASQUAL 6,5: Conferma il suo momento positivo soprattutto in fase offensiva: tanti cross pericolosi scodellati in mezzo all'area clivense.
BEHRAMI 6+: Gara di corsa, anche se si assenta a tratti. Di certo si fa sentire in mezzo al campo, ci mette sempre la gamba. Bravo a rubare il tempo a Mantovani guadagnandosi la punizione del gol.
MONTOLIVO 6,5: Schierato da centrale davanti alla difesa gioca bene pur senza particolari acuti. Sempre nel vivo del gioco, cuce l'azione dando ordine alla manovra viola. Peccato che scivoli al momento di concludere sul finire di primo tempo.
VARGAS 7: Torna titolare dopo 3 mesi nel ruolo di interno sinistro. Ci mette un po' per prendere confidenza con il ruolo e con il campo, poi comincia a prendere la mira con una gran botta dalla distanza al 36'. Gol da tre punti su calcio di punizione, aiutato dalla barriera. Poi impegna ancora Sorrentino e offre a Gila una gran palla per chiudere il match. Dal 76' MARCHIONNI 5: Tocca pochi palloni ma sbaglia incredibilmente un gol senza portiere sparando addosso al difensore.
SANTANA 6,5: Di gran lunga il migliore in campo nel primo tempo. Ha tre palle gol nel primi 25': prima un destro in area, deviato da un difensore; poi un tentativo dal limite forte ma centrale. E soprattutto l'occasionissima da solo davanti al portiere in cui si fa ipnotizzare da Sorrentino, con la palla deviata sul palo. Poteva fare meglio. Cala alla distanza, ma finisce cono generosità da mezzala.
MUTU 6-: Prestazione opaca del romeno che si accende solo a sprazzi. Il primo squillo arriva al 34', quando chiede il triangolo a Gila e poi calcia al volo dal limite. Il secondo è il palo colpito di testa su cross di Pasqual, ma in fuorigioco.
GILARDINO 5,5: Si tiene stranamente alla larga dalla porta avversaria. Utile nel giocare di sponda e nell'aprire spazi ai compagni, in fase conclusiva si vede solo nel finale. E dopo un colpo di testa a lato, si divora la chance del 2-0 sparando addosso a Sorrentino. Dall'87' BABACAR sv
MIHAJLOVIC 6,5: Vittoria meritata, per di più in trasferta, che apre orizzonti finalmente concreti nella corsa all'Europa. La Fiorentina tiene bene il campo e inizia quasi subito a macinare gioco. Il centrocampo 'speriamentale' funziona e davanti fioccano le occasioni, nonostante la giornata poco brillante di Mutu e Gila. Sensazioni incoraggianti da questa trasferta veronese, anche se il cambio Vargas-Marchionni lascia perplessi.
http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74359 (http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74359)
Salvezza praticamente raggiunta e campionato virtualmente concluso! Non facciamoci illusioni di Europa League, ci aspettano le partite più difficili. Possiamo concederci il triste "lusso" di guardare alla prossima stagione ed in questa prospettiva mi sento di affermare che questo Santana è da tenerselo stretto. Esterno destro, sinistro, trequartista e mediano ha girato tutti questi ruoli e ha fatto bene in tutte queste posizioni. Pensiamoci bene prima di non rinnovargli il contratto. Ma certo i Della Valle se vedranno un po' di quattrini non si faranno pregare a cederlo; oramai lo sappiamo! Nove partite alla fine di questa pessima e deludente stagione...
http://www.youtube.com/watch?v=Tul_FzyoH4c&feature=player_embedded
Ciao Labaro mi sembri un po' troppo negativo. Il calendario non e' malaccio almeno per gli scontri diretti per lo piu' in casa. Salvezza ormai raggiunta 2 punti dalll'europa league con squadre che secondo me sono in calo Juve, Lazio e Roma. Credo che senza furtarelli vari s'era gia' in coppa
. Meglio cosi' si lottera' fino alla fine senz amopntarci da sunbito la testa e vedremo di che pasta siamo fatti. Nel caso di esito positivo, credo che allora, anche se c'ha fatto penare questa salvezza, Mihajlovic si meriti il rinnovo (solo se raggiunge la coppa). Bravi oggi in ogni caso. FV
La Fiorentina mette il turbo
La Fiorentina prima domina, mette in un angolo il Chievo, sbaglia un quantitativo industriale di occasioni da gol e poi rischia un incredibile pareggio. Una squadra, quella viola, bella come poche volte in trasferta, perfettamente messa in campo, ma votata allo spreco che comunque si rilancia in campionato. Da quando ha ritrovato la maggior parte dei propri giocatori importanti ha cambiato passo e adesso è addirittura in grado di lanciare la sfida per un ultimo vagone europeo. Un Chievo invece che pare frastornato già prima di entrare in campo. Disordinato, lento, battuto in tutti gli scontri diretti, una squadra che senza un eccellente Sorrentino ( e gli errori degli avanti di Mihajlovic), sarebbe potuta finire sotterrata dai gol viola.
QUELLO VERO - La distanza fra le due squadre è apparsa abissale, mentre in passato il Chievo era sempre stato capace di mettere la Fiorentina in difficoltà sul terreno tattico. Non in questa occasione. Un uomo su tutti e un reparto come protagonisti generali del match. Vargas e il nuovo centrocampo ideato dal tecnico serbo. Il primo aveva dentro la voglia di riprendersi una parte del proprio passato quando nella squadra di Prandelli era la potenza e il cross, la velocità e l'assist. Desaparecido dall'inizio di stagione, massacrato dai piccoli e medi infortuni, ieri non era più la pallida rassomiglianza di se stesso ma un Vargas vero. Suo il gol, al 4' della ripresa, la punizione concessa per fallo di Mantovani su Behrami, la botta esattamente la dove Pellissier si era spostato aprendo un vuoto nella barriera della propria squadra. Ma Vargas non è stato solo questo bensì la parte integrante di una linea a tre di centrocampo, la zona sinistra avendo al centro Montolivo e a destra Behrami. Il centrocampo viola che nel primo tempo ha fatto diga e rilancio, copertura e costruzione di gioco offensivo. Un reparto reso poi micidiale dagli arretramenti di Santana che scalava alle spalle di Mutu e Gilardino per mettersi fra le linee del Chievo. Perfetto l'argentino che diventava una sorta di quarto centrocampista, trasformando così la linea a tre in un rombo che aveva Montolivo vertice basso e appunto Vargas e Behrami rispettivamente a sinistra e a destra e lui dietro le punte. In quella zona il Chievo opponeva Rigoni, Pulzetti e Marcolini, niente da fare.
GLI SBAGLI - La squadra viola vinceva anche la battaglia sulle fasce. Infatti Mantovani si perdeva Santana e Pasqual e De Silvestri erano comunque più efficaci degli scaligeri. Per il Chievo la fortuna, seppur inutile al fine del risultato, è che questa volta Mutu e Gilardino non hanno portato a casa niente. Sia chiaro, hanno vinto pure loro la battaglia individuale ma hanno poi sbagliato complessivamente almeno quattro gol. Sì, quattro. Per questa coppia che resta fra le migliori a livello europeo è un vero record negativo. La cronaca è per certi versi impietosa. Nel primo tempo, praticamente giocato a una porta, nell'ordine la Fiorentina ha avuto una prima occasione con Santana (diagonale deviato), ha messo Mutu da solo davanti a Sorrentino (a lato), con Santana al 23' ha colpito il palo sempre dopo una deviazione miracoloso dello stesso Sorrentino. Tralasciando almeno altre tre occasioni. Nella ripresa al 4' la punizione vincente di Vargas e poi... di tutto. Al 14' la deviazione con la testa di Boruc su Moscardelli. Al 30' l'errore di Gilardino con respinta di piedi di Sorrentino. Al 40' Uribe di poco a lato. Fino al grottesco recupero con Sorrentino che provava a fare il centravanti e che colpiva di testa, con risposta di Boruc e sulla ripartenza errore Marchionni che si ripeteva immediatamente dopo.
LA MORALE - Ma alla fine restava appeso all'amo della gara quello che doveva, ovvero i tre punti che danno alla Fiorentina una sorta di nuova chance che fino a poco tempo fa pareva assolutamente al confine del miracolo. Mihajlovic a fine gara ricordava a tutti che lui ci aveva sempre creduto, perché la sua Fiorentina vale almeno il sesto posto. Ottimista sicuramente ma è vero che da quando si è concluso il maledetto 2010 la squadra viola ha cambiato passo. D'altra parte è ovvio, si può giocare al calcio solo se si ha una squadra al completo e non solo i suoi resti. La Fiorentina di oggi resta imperfetta e con innegabili problemi, ma può contare su uomini che anche nel passato hanno dimostrato di essere indispensabili, uomini come Mutu, Montolivo e Vargas, inoltre molto sta dando l'innesto di Behrami. Una Fiorentina così forse non ce la farà a raggiungere l'Europa, ma adesso può almeno provarci e pure la Juventus inizia a sentire il suo fiato. Il Chievo deve ritrovare presto se stesso, il suo cuore pulsante, per non disperdere quanto di buono aveva fatto fino a poco tempo fa.
http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74377 (http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74377)
Tutti contro Marchionni, l'esterno fa infuriare i compagni
La scena è di quelle che restano nei ricordi, che racconterai ai nipotini. La gara è finita, il triplice fischio di De Marco dovrebbe chiudere le ostilità quando d'improvviso scoppia la bagarre. Il portiere Boruc lascia i pali inferocito, Mutu e il vice di Mihajlovic, Marcolin, corrono per cercare di fermare Natali che schiuma rabbia. Natali che da lontano chiama qualcuno, lo bracca, lo insulta, fa versi inconfondibili del tipo: « Se ti prendo... » .
PERCHE' - Ma con chi ce l'hanno? Cosa fa tanto infuriare i viola? La partita ha dato alla Fiorentina i tre punti tanto sperati e l'ha messa esattamente alle spalle della Juve. Una domenica da incorniciare, un risultato che riapre il campionato, che potrebbe dare il via a un recupero finale capace di cancellare la rabbia, la delusione dei mesi passati. Ma perché invece che correre sotto i gradoni dal migliaio di tifosi che sono venuti fino a Verona per far festa, i giocatori viola cercano qualcuno con la faccia di chi gliela vuol far pagare? Chi è il nemico? Eccolo, si chiama Marco Marchionni. Incredibile, impossibile? No, è proprio lui. Cosa è successo? Che nel finale della gara, quando oramai si è arrivati ai cinque minuti di recupero concessi dal direttore di gara, quando basterebbe far passare il tempo restante con calma, nascondendosi e nascondendo il pallone lui, che ha classe ed esperienza ha da esportare, si è messo a...giocare. Sì, invece di abbassare i ritmi ci ha provato.
COME - Ogni ripartenza l'ha presa come fosse l'occasione per segnare il gol del successo. Invece di aspettare si è lanciato in rapidissimi contropiede, non per cercare la bandierina, piuttosto per cercare l'azione personale. E' così che prima sbaglia non cercando l'assist per il compagno e poi cerca Babacar quando si è già all'ultimo giro di orologio. In entrambi i casi il Chievo è potuto ripartire, in entrambi i casi a Boruc, Natali e compagni è venuta un'irrefrenabile voglia di strangolarlo.
Per fortuna dei viola niente cambia, per fortuna il gol segnato da Vargas resiste fino alla fine offrendo alla Fiorentina una nuova vittoria in trasferta e l'occasione di avvicinare la Juve, agganciare il Palermo, tener dietro il Cagliari e il Bologna. Per fortuna i viola raggiungono l'attesa quota quaranta che allontana definitivamente la linea maledetta della retrocessione. Così Marco se la cava e torna negli spogliatoi guardato a distanza dai suoi compagni. Così tutto viene dimenticato e Marchionni troverà qualcuno pronto a sedersi accanto a lui sul pullman del ritorno.
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Super Boruc, un milione speso benissimo
Una media di 1,63 punti a gara oltre un terzo in più di quella con Frey), la diciannovesima partita di campionato passata a difendere la porta della Fiorentina, almeno tre parate decisive che hanno consegnato tre punti alla squadra di Mihajlovic. Se i viola da ieri hanno nel mirino l'Europa League il merito è anche di Artur Boruc, il portiere polacco arrivato quest'estate tra lo scetticismo generale e che invece, visto anche il costo del cartellino (1,2 milioni di euro) si sta rivelando uno degli acquisti più azzeccati di Pantaleo Corvino. E pensare che, fino a qualche mese fa su un aereo che lo portava a Catania, c'era ancora chi gli chiedeva l'autografo (vedendolo vestito di viola) per poi sommessamente (ma senza troppo imbarazzo) porgli la terribile domanda a bruciapelo: «Scusa ma tu chi sei?» . Adesso quell'autografo vale sicuramente qualcosa in più, perché Artur ha sfruttato nel migliore dei modi la chance che il destino gli ha offerto. Quell'infortunio capitato a Frey è stata la sua fortuna, proprio quando dalla Polonia rimbalzavano voci (sempre smentite per la verità) di un suo desiderio di lasciare anzitempo Firenze. Ieri il portierone viola si preso pure i complimenti di Pioli — «Contro di noi i portieri si esaltano» — e di Mihajlovic— «ha fatto due grandissime parate» — facendo magari nascere qualche preoccupazione in più in Seba Frey, che adesso dovrà davvero sudarsi il posto.
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Montolivo regista e Vargas mezzala: prove di equilibrio
Montolivo regista, Vargas interno insieme a Behrami. Prove tecniche di equilibrio, con nuova esclusione di D'Agostino, scelta motivata (anche) per la sua condizione da convalescente dopo l'infortunio al polso. Mihajlovic sta cercando di trovare alternative nel settore più delicato, quello che deve sostenere per primo la presenza di Mutu-Gilardino più un trequartista.
Il recupero del capitano nella posizione strategica più arretrata ha portato sicurezza. In quel ruolo aveva giocato nelle ultime partite Donadel (scelta azzeccata soprattutto a Palermo per la presenza di due trequartisti) che dà garanzie in chiusura e per caratteristiche offre meno in impostazione; Montolivo è una sintesi interessante delle due opzioni, anche se la scelta non risolve l'equivoco di fondo, cioè la convivenza con D'Agostino. Ma siccome in questa stagione bisogna navigare a vista, le scelte di Mihajlovic questa volta devono essere apprezzate, almeno alla luce del risultato; non saremmo forse a fare queste considerazioni se il colpo di testa di Andreolli avesse bucato i guanti di Boruc, ma la sottigliezza degli equilibri è nota allo stesso Mihajlovic, che ben sa come funziona il calcio.
E perciò _ sempre alla luce del risultato _ è stata coraggiosa anche la scelta di far giocare Vargas da interno di centrocampo, ruolo riempito con qualche difficoltà e naturale predisposizione allo slittamento sula fascia. Il vento del calcio questa svolta ha soffiato dalla parte giusta per la Fiorentina e il gol di Vargas ha cancellato alcuni dei dubbi nati nel corso della partita. E' evidente che Vargas non sia un interno, ma altrettanto logico in questa situazione adattarlo al compito, avendo Mihajlovic puntato su Santana trequartista. Fa in un certo rumore, ma è inevitabile l'esclusione di Ljajic, finito in tribuna a conferma della parabola innescata dalla prestazione di Bari, evidentemente l'ultima concessagli nel delicatissimo ruolo di raccordo fra attacco e centrocampo.
http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74382 (http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74382)
Le pagelle viola della stampa fiorentina
Ecco il riassunto dei voti della stampa fiorentina per la partita Chievo- Fiorentina
Vnews NAZI C.FIO REPU GAZZ R.BLU STAD
Boruc 6,5 7 7 7 6,5 7 6,5
De Silvestri 6 5,5 6 5,5 6 6+ 6
Gamberini 6 6,5 7 6,5 6 6,5 6
Natali 6 5,5 6,5 6 6 6,5 6,5
Pasqual 6,5 6 6,5 6 6,5 6,5 6,5
Behrami 6+ 6 7 6,5 6,5 7 6,5
Montolivo 6,5 6,5 7 6,5 6,5 7- 6,5
Vargas 7 7 7 7 7 6,5 7
Santana 6,5 6 6,5 6,5 6,5 7 7
Mutu 6- 6 6,5 6 6 6,5 6
Gilardino 5,5 6 6 5,5 5,5 6 6
Marchionni 5 5 5 5 5 6 5
Babacar sv sv sv sv sv sv sv
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La Repubblica: Obiettivo Europa, ma sarà dura
Ora la Fiorentina è soltanto a due punti dal settimo posto, l´ultima possibilità per entrare in Europa League. Juve, Palermo e Cagliari hanno perso, la classifica si è accorciata, il sogno è diventato possibile. La Fiorentina adesso è una squadra diversa, più efficace, anche se nel finale con il Chievo qualche problema lo ha tirato fuori. Ma non importa, si può sempre migliorare. Adesso che gli alibi sono spariti, resta un campionato tutto da giocare.
Nella sua corsa all´Europa la Fiorentina ha davanti un calendario difficile, impegnativo. Roba tosta, ma provarci è un obbligo. Anche perché la squadra vista ieri è un progetto interessante. Soprattutto da centrocampo in poi. Una forza offensiva impressionante e se Mihajlovic trova anche equilibrio, soprattutto in mezzo al campo, il gioco è fatto. Resta da vedere come si comporterà questa squadra quando sbatterà contro le grandi.
Nel futuro prossimo della Fiorentina ci sono Roma, Juve, Milan e Inter. Poi Cagliari e Cesena (in trasferta). Poi qualcos´altro. Uscire vivi da qui significa lottare davvero per un posto in Europa. Anche perché quelle davanti sono in crisi e la Fiorentina può approfittarne. Sia chiaro, arrivare in Europa League non è facile, specialmente se la squadra di Mihajlovic tira fuori i suoi difetti come ha fatto nell´ultima mezz´ora a Chievo.
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Il Vargas ritrovato e quella 'minaccia' della società...
Il Corriere Fiorentino rivela un retroscena che riguarda Juan Manuel Vargas: la Fiorentina, come nel caso Mutu, nelle ultime settimane ha usato la linea dura e al peruviano è stato dato una sorta di ultimatum, della serie «o giochi bene, oppure ti teniamo qui anche l'anno prossimo» . Un aut aut che evidentemente ha dato i suoi frutti. Vargas in allenamento sta spingendo al massimo e ieri ha pure trovato il gol-partita. Se continuerà così dunque a giugno gli sarà dato il via libera, magari con un prezzo che a quel punto potrebbe essersi anche risollevato, dopo sei mesi da desaparasidos. L'anno scorso lo aveva cercato l'Inter, il Real lo tiene d'occhio da tempo. Il Bayern invece a gennaio aveva fatto un'offerta concreta (Contento più soldi), che però non aveva soddisfatto i viola. Vedremo. Nel frattempo El Loco proverà ad essere protagonista in questa volata per l'Europa.
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Stanno tornando tutti. Tocca a Frey e Kroldrup
Ci sono giocatori ancora non in condizione perfetta, continua a ripetere Mihajlovic, e ce ne sono altri che l'allenatore sta aspettando per poter dare la svolta definitiva alla stagione della Fiorentina. Così, nella settimana che porta alla sfida con la Roma (domenica alle ore 12.30), lo spogliatoio viola potrebbe tornare davvero affolato come non mai.
Nei prossimi giorni toccherà ad esempio a Frey e Kroldrup verificare la condizione fisica per potersi mettere a disposizione di Mihajlovic già in occasione del match del prossimo week-end. Il recupero del portiere e del difensore in ogni caso non dovrebbe coincidere con il loro rientro nella formazione titolare, mentre diverso è il discorso relativo a Donadel (assente a Verona per squalifica) che contro la Roma andrà a riprendersi lo spazio accanto a Montolivo sulla linea mediana. A questo punto _ e di questo Mihajlovic sarà contentissimo _ se non ci saranno intoppi, l'unico viola da recuperare rimane Stevan Jovetic, che proprio dalla prossima settimana potrà riprendere ad allenarsi normalmente con l'obiettivo (ancora comunque non definitivo) di essere convocato per la trasferta di domenica 3 aprile sul campo del Cesena. Se i tempi di Jo-Jo dovessero però allungarsi, il rientro a tenpo pieno del montenegrino slitterà alla metà del mese di aprile, praticamente a cavallo fra i due big match contro Milan e Juventus.
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Quaranta punti, e la paura è alle spalle
Due vittorie di fila sono qualcosa di clamoroso per questa Fiorentina. Una bella novità, quindi, che spazza il cuore da un bel po´ di amarezza, quella accumulata in mesi densi di frustrazioni. È fuori discussione che a Verona la squadra abbia meritato di vincere, anche se la sfida è stata aperta fino alla fine e Boruc ha dovuto fare il fenomeno per evitare brutte sorprese. Curiosa la scena finale con Natali e compagni che invece di festeggiare cercano Marchionni come si fa in piazzetta col compagno che stava per rovinare tutto. Cose che capitano. Che comunque fanno capire quanto ci tenessero tutti a questa vittoria e anche che la concentrazione evidentemente è tanta.
L´idea di essere tornati in corsa per il settimo posto è ciò che rimotiva tutti quanti, tifosi compresi. Tanto più che adesso arrivano partite un po´ più serie ed eccitanti, almeno dalle premesse. A iniziare dalla sfida con la Roma, fissata alle 12,30 di domenica prossima. In questo finale di stagione, va detto, la Fiorentina è messa bene per una serie di ragioni. Ora che sono arrivati i famosi quaranta punti, per esempio, le paure sono alle spalle e le pressioni anche. Poi, diciamocelo, una squadra che ha giocato davvero male per mesi e mesi, adesso può solo migliorare. Le motivazioni di tutti entrano in campo: chi cerca una conferma, chi cerca una squadra, chi magari cerca di onorare la maglia che indossa e lo stipendione che porta a casa, che poi sarebbe la ragione più ovvia e anche, soprattutto, la più giusta.
La Fiorentina di sicuro ha messo in campo per una volta il ritmo giusto. Con una immagine forzata potremmo dire che la squadra si è adeguata a Behrami e non viceversa, come scherzosamente potevamo temere. La soluzione Vargas sistemato nel centrocampo a tre non può sorprendere. In quel ruolo, all´Allianz Arena, il peruviano aveva giocato una grande partita. Tra l´altro la nuova posizione non gli impedisce di affondare in qualche occasione sulla fascia, il che lo rende doppiamente pericoloso. Il suo gol su punizione è stato decisivo per il risultato. Ma ci auguriamo che lo sia stato anche per lui. Ripartire con una rete dopo una vita lontano da tutto significa ritrovare subito entusiasmo per tornare a fare quello che sai fare.
E´ sotto gli occhi di tutti che nel 2011 la Fiorentina sta ritornando a essere commestibile per gli amanti del calcio. D´altra parte la crisi di identità non poteva durare all´infinito. Buffa l´idea che, a seconda del risultato, si riesca sempre a costruire una sfida fatta di polemiche a proposito della guida tecnica della Fiorentina. Pareggi male a Bari è tutto da buttare, vinti due partite è tutto da salvare. I bilanci di una grande azienda non possono essere fatti in base all´umore settimanale. Dal punto di vista degli investimenti fatti dal gennaio 2010 la Fiorentina resta un fallimento. E questo i proprietari lo hanno ben presente. L´affare Behrami ha rialzato la lancetta verso il sereno, ma alla fine il vero colpo di mercato è stato il perdono di Mutu. Il che la dice lunga. In ogni caso Mihajlovic fa bene a lavorare per cercare la conferma sulla panchina della Fiorentina. E se dovesse riuscire a centrare un posto in Europa League di sicuro il giudizio sulla sua guida tecnica potrebbe virare di un bel po´. Ma, comunque vada, niente toglie che questa sia stata una stagione da dimenticare. La Fiorentina tornerà a vincere davvero quando saprà riaprire se stessa al cuore della gente che chiede solo di amarla come sempre. Quello che conta, alla fine, è viaggiare in quella direzione.
http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74387 (http://www.violanews.com/news.asp?idnew=74387)